lunedì 6 settembre 2010

RANIERO LA VALLE PER LIBERAZIONE


Un giornale-guida per la nostra comune liberazione
Raniero La Valle

C'è una ragione precisa per la quale Berlusconi e Tremonti hanno assolutamente bisogno di tenere ancora a lungo il potere, senza rischiare nuove elezioni che "oltre tutto" potrebbero perdere. Berlusconi ha bisogno dello scudo politico per rimanere, come presidente, immune dai giudici e, come cittadino, fuorilegge, e Tremonti ha bisogno di tempo per completare, con i tagli all'editoria, alla scuola, alla cultura e ai servizi sociali l'opera di imbarbarimento del popolo sovrano. Nonostante tutto infatti culturalmente e spiritualmente il popolo non è ancora del tutto assoggettato ai modelli morali e politici propagati dal berlusconismo. Questi modelli tanto più sono assimilati e assunti come definitivi (fin nell'urna elettorale) quanto minore è lo spirito critico, ristretta l'istruzione, repressa l'informazione e ridotta l'autonomia della vita quotidiana. Ci vuole perciò più analfabetismo e più precarietà, e a questo lavora tutta la squadra di governo.Perciò resta decisiva la battaglia per la difesa e la promozione di modelli alternativi di educazione e di morale civile, che non sono ancora modelli alternativi di società, ma ne sono la condizione e la premessa. Sta qui la necessità ed il ruolo di un giornale come Liberazione. La sua identità è definita dalle due grandi parole a cui fa riferimento, nessuna delle quali peraltro potrebbe essere assunta da sola senza essere sorretta e significata dall'altra. Le due parole sono rifondazione e liberazione. Nessuna rifondazione sarebbe possibile, e neppure opportuna, se non fosse ordinata alla liberazione, e nessuna liberazione sarebbe possibile e durevole se non provenisse da una rifondazione di ciò che, frutto di sudori e conquiste passate, è stato messo sotto il torchio della restaurazione neocapitalistica e rischia di essere perduto. La difesa e il rilancio dei grandi valori costituzionali, la libertà, il lavoro, la solidarietà sociale, lo Stato di diritto, la pace, che tutti insieme formano il modello che oggi si vuole rovesciare e soppiantare, fanno parte di questa rifondazione, nella quale non siamo soli, ma uniti e omogenei alla grande maggioranza democratica del Paese.Questo Liberazione lo fa, con battaglie lucide e appassionate, e magari più appassionate di quanto non si faccia altrove anche a sinistra; e questa è una buona ragione per il giornale di continuare ad esserci, e per noi di difenderlo. Non si tratta però di una lotta solo per conservare valori già noti e costituzionalizzati, ma valori nuovi di una Costituzione che non sta ferma, ma sempre si apre, in coerenza con le conquiste passate, a valori e a sintesi nuove.Ciò vuol dire rifondare anche il comunismo? Certamente vuol dire rifondare quella liberazione che il comunismo voleva, e che non è storicamente riuscita, non solo per ragioni contingenti ma anche per colpe, responsabilità collettive e difetti teorici. Quanto al comunismo, non si fonda un comunismo ogni secolo, e quelli che l'hanno fondato, oggi, lo penserebbero in tutt'altro modo. Quindi a questo punto (lo dico per i comunisti) dopo il grande tradimento che è stato fatto di quella tradizione da coloro stessi che ne avevano la cura, credo che essi siano sciolti da debiti ereditari verso il passato, e chiamati a vivere con libertà la fedeltà a quella tradizione.Noi abbiamo fatto l'esperienza di quanto sia difficile ricapitolare tutte le battaglie politiche oggi necessarie sotto il nome "Sinistra cristiana", quando c'è così poca gente cristiana e così poca gente di sinistra. E tuttavia le cose che vorrebbe una sinistra cristiana, per la società e per gli uomini tutti, sono lì, davanti a noi e con molta gente diversa e con molti nomi diversi si possono fare, e anzi sono già in gestazione nel grembo della storia.Un giornale come Liberazione può essere di guida a molti per questa comune liberazione.

Da liberazione 28.08.2010

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