Presidente Mattarella, mi vergogno di Lei e sono orgoglioso di Francesca Albanese. Spiego perché.
Paolo Ferrero
La mia lettera aperta al presidente della Repubblica: "Lei sa bene che il silenzio di chi potrebbe e dovrebbe parlare è gravissimo perché accetta nei fatti l’arbitrio dei potenti"
Presidente Mattarella, le voglio dire che mi vergogno di lei.
Una nostra concittadina, Francesca Albanese, Relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nel territorio palestinese occupato dal 1967, ha presentato, all’inizio di luglio, un Rapporto sul ruolo cruciale delle multinazionali nel sostenere le azioni di occupazione dello Stato israeliano. In questo rapporto ha denunciato tutte le aziende che collaborano fattivamente con il genocidio del popolo palestinese a Gaza. Ci dice cioè che il genocidio a Gaza non è solo il frutto della volontà assassina del governo israeliano ma è reso possibile oltre che da una rete di complicità politiche, da una straordinaria quantità di imprese multinazionali che hanno fatto dello sterminio del popolo palestinese una fonte di guadagno.
Il rapporto di Francesca Albanese è stato pubblicamente attaccato dagli Usa. Questo attacco è stato condotto senza confutare i dati esposti dalla nostra concittadina ma sostenendo la tesi secondo la quale le multinazionali non sarebbero vincolate al diritto internazionale e alle indicazioni di condotta fornite dalle Nazioni Unite. Secondo questa interpretazione gli interessi privati delle multinazionali sarebbero superiori alla legalità internazionale.
In seguito il segretario di stato statunitense Marco Rubio ha annunciato sanzioni personali verso Francesca Albanese portando come argomento che questa avrebbe dovuto nella sua azione conformarsi al diritto degli Usa e di Israele prima ancora che al diritto internazionale.
Non le può sfuggire che in entrambi i casi il diritto internazionale e la stessa legittimità delle Nazioni Unite sono radicalmente messe in discussione. Secondo queste interpretazioni la stessa nozione di diritto internazionale perde ogni significato di fronte alla presunta superiorità degli interessi delle multinazionali e delle norme statunitensi e israeliane.
Tutto ciò è inaccettabile e dovrebbe esserlo in primo luogo per Lei, in qualità di Presidente della Repubblica Italiana. Innanzitutto perché la Repubblica italiana è parte delle Nazioni Unite e la stessa Costituzione all’articolo 10 afferma: “L’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute”. Inoltre all’articolo 11, dopo aver ripudiato la guerra, la Costituzione recita: “Consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia tra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo “.
Non vi può essere alcun dubbio che tra le organizzazioni internazionali preposte ad operare per la pace e la giustizia tra le nazioni, la prima è sicuramente l’Organizzazione delle Nazioni Unite per conto delle quali Francesca Albanese ha redatto il rapporto sopra citato.
La nostra concittadina è quindi perseguita dalla più grande potenza mondiale perché invece di piegarsi all’arbitrio del più forte si è conformata all’applicazione del diritto internazionale che, ai sensi della nostra Costituzione, deve essere considerato superiore e sovraordinato ai singoli sistemi giuridici statuali e tanto più agli interessi privati delle multinazionali.
Lei in quanto Presidente della Repubblica ha il dovere di levare la sua parola a difesa della nostra concittadina che nell’esercizio delle sue funzioni non solo denuncia le complicità nel genocidio attuato dallo stato israeliano a Gaza ma difende il diritto internazionale e con esso la lettera e lo spirito della nostra Costituzione.
In secondo luogo la Francesca Albanese è fatta oggetto di una campagna denigratoria da parte di vari giornalisti italiani ed esteri che, lungi dal confutare nel merito le affermazioni del rapporto, si permettono di denigrare e diffamare l’Albanese stessa. Tra questi spicca Maurizio Molinari che in una intervista di alcuni giorni fa ha rivolto a Francesca Albanese addirittura l’accusa di un suo presunto antisemitismo.
Di fronte a questa situazione spicca la differenza di comportamenti che la caratterizza la sua persona. Nel marzo del 2024, di fronte a contestazioni subite da Molinari in una Università italiana, Lei levò forte la sua voce per difendere la libertà di opinione e il diritto di Molinari a parlare senza essere contestato. Oggi, di fronte alla campagna di denigrazione che Francesca Albanese subisce per aver operato nel rispetto della Carta delle Nazioni Unite e nello spirito della nostra Costituzione, lei tace.
Questo suo silenzio è complice e intollerabile. Lei sa bene che il silenzio di chi potrebbe e dovrebbe parlare è gravissimo perché accetta nei fatti l’arbitrio dei potenti.
Per questo da cittadino italiano sono orgoglioso dell’opera di Francesca Albanese e mi vergogno di Lei, Presidente Mattarella.

 
 
 
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