Una risposta
di sinistra alla pandemia e alla crisi sociale
Documento
approvato dalla Direzione nazionale del Partito della Rifondazione Comunista –
Sinistra Europea martedì 20 ottobre con 20 voti favorevoli e 3 astensioni.
La fase
politica e il dibattito pubblico continuano ad avere al centro l’emergenza
sanitaria, sociale e economica determinata dalla pandemia.
L’esecutivo
Conte esce per il momento rafforzato dal voto amministrativo e regionale e
dalla vittoria referendaria ma soprattutto dalla miseria di un’opposizione di
destra che ha cavalcato per mesi posizioni negazionista o di minimizzazione
alla Trump. Questo non significa che non continueranno le fibrillazioni della
maggioranza ma i limiti e le contraddizioni dell’azione del governo vengono
occultati da un dibattito polarizzato tra il “buon senso” e chi definisce
mascherine e distanziamento sociale come “dittatura sanitaria”. Il governo
passa molto facilmente agli occhi dell’opinione pubblica democratica come il
salvatore della patria a fronte del dilagare di discorsi irrazionali e antiscientifici.
La scelta della destra di cavalcare certe posizioni è volta a egemonizzare il
malcontento dei settori sociali e economici più colpiti dalle misure di
contenimento del contagio e si salda con l’orientamento miope e gretto di
Confindustria e del grande capitale volto a evitare restrizioni che possano
danneggiare i propri interessi.
Sul piano
sociale purtroppo è evidente che la propaganda “no mask” o più in generale
quella che tende a affermare il primato dell’economia sulla tutela della salute
ha trovato ascolto popolare soprattutto a causa della carenza di sostegno
economico a chi è colpito dalla crisi.
La nuova
impennata del contagio conferma le critiche che abbiamo avanzato nei mesi
scorsi alla gestione dell’emergenza covid da parte di governo e Regioni.
Come abbiamo
ripetutamente sottolineato il modello neoliberista dell’ultimo trentennio ha
dimostrato con la pandemia il suo fallimento sul piano planetario. E non fa
eccezione certo il nostro paese. Siamo di fronte nelle ultime settimane a un’ulteriore
conferma.
La sanitÃ
regionalizzata non riesce a garantire nemmeno il tracciamento che dovrebbe
essere alla base di qualsiasi strategia di contenimento per carenza di tamponi
e di un software e un formulario nazionale per la raccolta dei dati, per non
parlare delle code per fare il tampone, della mancanza di organizzazione della
medicina territoriale, della insufficiente disponibilità persino di vaccini
antinfluenzali, della mancata realizzazione entro settembre dei posti letto
aggiuntivi di terapia intensiva programmati.
Il
sovraffollamento del trasporto pubblico locale è un disastro che mostra non
solo incapacità di governo e regioni che fin da marzo avrebbero dovuto
pianificare misure per la ripresa dell’anno scolastico ma anche le conseguenze
disastrose della politica di taglio dei trasferimenti, liberalizzazione,
chiusura degli stabilimenti che producevano bus, priorità alle grandi opere
negli investimenti. In cinque mesi a livello nazionale è stato realizzato solo
il 30% dei posti aggiuntivi previsti per settembre per i reparti di terapia
intensiva; in Lombardia solo il 21%.
Il governo
punta a scaricare sulla responsabilità di cittadine/i glissando su quella ben
più rilevante delle istituzioni. La pur giusta polemica contro le tesi
negazioniste non cancella il deficit di iniziativa, pianificazione, coraggio
già riscontrato nella vicenda della mancata zona rossa nel bergamasco.
A fronte
dell’offensiva mediatica contro ogni ipotesi di nuovo “lockdown”, che sarebbe
stato reso non necessario se solo negli ultimi mesi non avesse prevalso la
logica dell’individualismo neoliberista e della priorità al profitto, si
continua a negare e oscurare il fatto che il virus si diffonde anche e forse
principalmente in ambiente lavorativo e sui mezzi di trasporto utilizzati per
recarvisi e da lì poi arriva e si trasmette in ambiente familiare. Eppure non
sono state attivate rigide misure di vigilanza e di sorveglianza sanitaria per
verificare che nei luoghi di lavoro siano rispettate le norme di precauzione,
limitandosi a mandare alle aziende dei questionari a cui rispondono le stesse
imprese. Nulla è stato fatto per potenziare i servizi di medicina del lavoro
delle ASL /Ats e aumentare il numero delle ispezioni. E nulla si è fatto per
potenziare i servizi del trasporto pubblico. Una latitanza istituzionale che
coinvolge le Regioni e il governo. Il ministro Speranza si è ben guardato
dall’inviare ispettori centrali a verificare la situazione negli ambienti di
lavoro più a rischio.
Per quanto
riguarda la risposta sanitaria è vergognoso che invece di procedere a
assunzioni di medici, infermieri e oss si proceda con contratti precari e
persino con il ricorso alle agenzie di “somministrazione” consentendo di fare
affari sulla pelle di chi rischia di ammalarsi in prima linea.
Anche se le
elezioni regionali e amministrative hanno mostrato la presa del bipolarismo
sull’elettorato e la difficoltà enorme che incontra il nostro progetto politico
– anche solo a presentarsi nella competizione elettorale – non viene meno la
necessità di una risposta di sinistra alla crisi che stiamo attraversando. Il
dato di fatto della sconfitta delle proposte di sinistra coerentemente
antiliberiste, ambientaliste e antirazziste e per questa ragione alternative
non solo alla destra ma anche al PD e al M5S fa il paio con la debolezza e
l’insignificanza anche di quella parte di sinistra che ha scelto la strada
dell’alleanza subalterna.
L’offensiva
portata avanti dai vertici di Confindustria, di cui la rottura della trattativa
da parte di Federmeccanica è una delle articolazioni, mostra che il capitale
intende utilizzare la crisi per indebolire ulteriormente il potere contrattuale
di lavoratrici e lavoratori, precarizzare ulteriormente e scaricare il peso
della crisi sulle classi popolari. Mai come oggi emerge il bisogno politico di
una sinistra di classe che contrapponga un altro punto di vista e un’altra
piattaforma a quella di un padronato socialmente irresponsabile.
La crisi del
COVID e la connessa crisi della globalizzazione hanno spinto le classi
dirigenti europee a modificare la governance dell’UE. Al fine di evitare una
recessione europea ingestibile anche per la Germania, per ora hanno deciso di
cambiare le politiche di bilancio fornendo denaro a basso costo non solo a
banche ed imprese ma anche agli stati.
Per la prima
volta da 30 anni invece di insistere sul ritornello dell’austerità e del rigore
hanno stanziato denaro, in parte da non restituire.
Noi
riteniamo che le cifre non siano sufficienti e che queste risorse andrebbero
tutte stanziate senza vincolo di restituzione. In ogni caso oggi occorre
spendere bene le risorse che ci sono, anche per far fronte al fatto che
l’emergenza COVID è tutt’altro che finita e i dati di questi giorni ci parlano
di un aumento esponenziale dei contagi.
In questa
situazione il governo non solo non ha utilizzato questi mesi per affrontare sul
serio le criticità del sistema sanitario nazionale e della prevenzione, ma non
ha nessun piano utile al paese per spendere le risorse che ci sono.
Da un lato
tiene una posizione prona di fronte alle richieste di assistenzialismo solo per
milionari e imprese di cui si fa portatrice Confindustria e dall’altra pare non
essere in grado di utilizzare il complesso del denaro stanziato dall’Unione
Europea. Circa metà dell’ammontare complessivo non andrebbe a coprire nuovi
investimenti ma semplicemente la ricontrattazione dei debiti precedentemente
contratti.
Siamo di
fronte ad una follia destinata ad aggravare pesantemente la crisi del paese.
Per questo noi riteniamo necessario che non solo tutti i soldi stanziati
dall’Unione Europea – ovviamente senza
prendere in considerazione la trappola del MES –, ma anche quelli derivanti
dall’istituzione di una indifferibile tassa sulle grandi ricchezze – siano
utilizzati per mettere in sicurezza il popolo italiano sul piano sanitario e
sociale e fare una grande riconversione ambientale delle produzioni:
1) Immediata
attuazione del sistema delle tre T: tracciare, testare e trattare. Occorre fare
un piano di tamponi per tutti, basando sulla prevenzione la lotta contro la
recrudescenza delle infezioni.
2) Immediata
attuazione di un piano di mobilità pubblica sostenibile che parta dal
potenziamento del trasporto pubblico locale con mezzi a impatto zero e
dall’utilizzo coattivo del complesso dei mezzi di trasporto collettivi presenti
nel paese.
3) Immediato
potenziamento della sanità pubblica con assunzioni stabili per il
raggiungimento di standard tedeschi nell’organico, rafforzamento della medicina
territoriale, aumento significativo dei
posti letto a partire dalle terapie intensive.
4) Immediato finanziamento della scuola pubblica
per la riduzione del numero degli alunni per classe e conseguente assunzione
del personale necessario, immissione in ruolo dei precari con concorso a
titoli, piano per l’edilizia scolastica, estensione del tempo pieno,
generalizzazione della scuola per l’infanzia pubblica;
5) Blocco
dei licenziamenti per tutte le imprese e blocco degli sfratti per tutto il 2021
6)
Estensione cassa integrazione a tutto il 2021 con semplificazione procedure
specie cassa in deroga contro i rimpalli stato – regioni e con forte aumento
dei controlli contro gli imprenditori truffaldini, sostegno alle piccole
imprese, artigianato e lavoro autonomo colpiti dalle misure restrittive e dalla
pandemia.
7) Reddito
di base per tutte e tutti quelli che non hanno reddito o con un reddito
insufficiente per vivere estendendo l’attuale reddito di cittadinanza ed
eliminando le condizionalità che ne limitano la platea e lo trasformano in uno
strumento per altro fallimentare di “workfare”;
8) Abolizione
della Legge Fornero contro ogni tentativo di allungare la vita lavorativa
sottraendo lavoro a giovani: invece di cancellare a già striminzita quota 100
bisognerebbe garantire almeno la possibilità di andare in pensione con 62 anni
di età o 40 di contributi! Con annualità di vantaggio per le donne come
riconoscimento del lavoro di cura.
9) Piano per
il lavoro che, oltre al potenziamento della sanità e dell’istruzione pubblica
con assunzioni che ci riportano nel pubblico entro le medie europee, preveda;
a) riassetto
idrogeologico del territorio, messa a norma ed efficientamento energetico di
tutti gli edifici pubblici,
b) piano
straordinario casa con recupero del patrimonio pubblico dismesso e inutilizzato
compatibile con la residenza e sua assegnazione all’edilizia popolare;
10) piano
rafforzamento strutturale del paese per la riconversione ambientale delle
produzioni, l’efficientamento energetico, l’agricoltura e allevamento
sostenibili, la crescita di filiere produttive della mobilità sostenibile,
rilocalizzazione di produzioni di farmaci, apparati e dispositivi sanitari.
Intervento diretto del pubblico con l’assunzione del controllo di settori
strategici quali le rete dell’energia, la rete unica delle telecomunicazioni e
la siderurgia, la creazione di un polo finanziario pubblico e l’investimento
per un forte sistema pubblico della ricerca.
11) Taglio
delle spese militari e stop alla richiesta di utilizzo di 30 miliardi del
Recovery Fund per programmi di riarmo.
La Direzione
nazionale impegna il partito nello sviluppo – pur nei limiti determinati
dall’emergenza covid – dell’iniziativa politica e sociale su queste parole
d’ordine, a lavorare in tutte le campagne unitarie come, tra le altre, quella
con le associazioni e i movimenti aderenti all’appello “La società della cura”
e quelle per la sanità pubblica promosse con Medicina Democratica e altre
soggettività politiche e sociali, nel sostegno alle mobilitazioni sindacali e
sociali.