Lettera aperta a Nicola Zingaretti
Caro Nicola,
ti do del tu
perché ci conosciamo dai lontani anni ’80 quando eravamo entrambi giovani e
comunisti.
Il silenzio
da parte tua in queste settimane sulla risoluzione votata lo scorso 19
settembre dai rappresentanti del Partito Democratico nel parlamento europeo
appare grave quasi quanto quel voto.
Si tratta di
una risoluzione che fa propria la narrazione dei governi e dei partiti di
destra e giunge a legittimare la messa al bando di partiti, simboli, inni e
canzoni comuniste nonché l’abbattimento di statue o monumenti dedicati a eroi e
caduti della guerra contro il mostro nazifascista.
Sia ben
chiaro – ma questo lo sai bene – che non è in discussione la condanna dei
crimini e degli orrori dello stalinismo né il carattere autoritario dei regimi
del “socialismo reale”. Quella risoluzione non solo equipara il comunismo al
nazifascismo ma riduce tutti i comunismi e i comunisti allo stalinismo. Non a
caso nell’Ungheria di Orban sono state rimosse le statue di due grandi
comunisti antistalinisti come Imre Nagy e Gyorgy Lukacs e in Polonia persino la
targa di Rosa Luxemburg nella sua città natale.
Si tratta
per noi italiani di una narrazione che soprattutto offende la memoria e la
storia della componente principale dell’antifascismo e della Resistenza, quella
che pagò il più alto tributo di persecuzioni e caduti. E’ una risoluzione che,
sulla scia del revisionismo storico e della criminalizzazione del comunismo, in
maniera maldestra offende la memoria dei comunisti e socialisti italiani e il
loro eccezionale e originale contributo alla costruzione della democrazia nel
nostro paese.
La
risoluzione l’avete votata insieme a Orban, Le Pen e tutte le destre italiane e
europee.
Lasciatelo
dire: avete votato con i fascisti contro i partigiani. E a Milano è già
accaduto che gli ex-missini di Fratelli d’Italia abbiano chiesto di cambiare la
toponomastica facendosi forti della legittimazione alle loro tesi da parte del
parlamento europeo. La cosa più grave a mio parere è che alla fin fine quella
narrazione non fa che rafforzare il terreno su cui è cresciuta nell’ultimo
trentennio quella che viene definita l’onda nera.
E’ evidente
che la risoluzione è in continuità con il comportamento che il PD e i
socialisti europei hanno tenuto da anni chiudendo entrambi gli occhi sui
governi di destra targati Nato in Ucraina o in Polonia nonostante le loro leggi
anticomuniste e le loro imbarazzanti riabilitazioni dei collaborazionisti con
nazismo della Seconda Guerra Mondiale.
Voglio
sperare che per quel voto non sia stato chiesto il tuo orientamento. Ma il tuo
silenzio ti rende complice e suona come assordante condivisione di quel testo che
offende anche la tua storia precedente e quella delle persone che vengono a
cantare – cosa a mio giudizio stravagante – Bandiera rossa ai tuoi comizi o che
conservano nelle vostre sedi – in buona parte ereditate dal PCI – i ritratti di
Enrico Berlinguer e a volte di Gramsci, Togliatti, Di Vittorio.
Nemmeno le
prese di posizione dell’ANPI, di autorevoli storici, di dirigenti storici del
PCI ti hanno spinto a intervenire.
Persino il
Presidente del Parlamento Europeo Sassoli, dopo la giustificazione a caldo
della risoluzione con dichiarazioni sconclusionate che confondevano l’Ungheria
con la Cecoslovacchia, ha fatto retromarcia forse perché lo attendeva
l’appuntamento di Marzabotto. Comunque sia, ha detto chiaramente che
l’equiparazione tra nazifascismo e comunismo non è accettabile e la risoluzione
sbagliata.
Non ti
sembra il caso che il Partito Democratico e il suo segretario ci facciano
sapere se per loro quel voto è stato un errore? E quali iniziative ritieni e
ritenete di intraprendere per porre riparo nel parlamento europeo?
Ti scrivo e
chiedo di assumere una posizione netta e chiara perché quella risoluzione
anticomunista costituisce un passo assai negativo verso un’ulteriore
delegittimazione delle radici socialiste e antifasciste della democrazia e
dello stato sociale in Italia e in Europa.
In attesa di
una risposta positiva a questa sollecitazione, spero accolta non come polemica
spicciola ma per la preoccupazione che contiene
ti saluto
cordialmente
Maurizio
Acerbo
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