Cué: il Pd smantella lo stato sociale
Elezioni
europee. Il candidato presidente della Sinistra europea, spagnolo delle
Asturie: Zingaretti fa come Macron, noi faremo accordi ma solo con chi vuole
rafforzare il welfare. In questo modo si combattono le destre
Nico Cué
Daniela
Preziosi - EDIZIONE DEL16.04.2019 - PUBBLICATO15.4.2019, 23:59
Nico Cué ,
classe ‘56, spagnolo delle Asturie, figlio di un minatore antifranchista, è
stato scelto dal Partito della sinistra europea come spitzenkandidat, e cioè
candidato presidente della Commissione europea, insieme alla slovena Violeta
Tomi. Cué per dodici anni è stato Segretario Generale dei lavoratori valloni.
In questi ultimi anni ha lavorato a riunire i sindacati metalmeccanici europei
per unificarne le lotte. Negli scorsi giorni era a Roma per lanciare la corsa
della lista La sinistra.
Alle
prossime europee i socialisti parlano di un «fronte da Macron a Tsipras». Il
premier greco è un vostro compagno, suo predecessore alla candidatura a
presidente della Commissione. Parteciperete a questo fronte?
Da quando
c’è Macron le lotte in Francia sono aumentate perché sta distruggendo il
modello sociale nato dalla lotta di resistenza contro il nazifascismo.
Zingaretti e gli altri social-liberisti hanno smontato, come Macron, il welfare
e il modello sociale europeo.
Zingaretti dichiara di voler imprimere una svolta al suo partito. Non gli crede?
Zingaretti
immagina di fare sintesi tra programmi contrapposti? E come? Tsipras ha lottato
contro la Troika per allargare il welfare, non per distruggerlo. Nella
conferenza stampa che ho fatto con lui, appena quindici giorni fa, Alexis ha
detto che il giorno dopo le europee starà nel Partito della sinistra europea,
non tra i socialisti. Che peraltro fanno le campagne elettorali a sinistra e
poi governano a destra.
Resta il rischio
della vittoria dei nazionalisti. Se non volete fare fronte con i S&D,
faranno loro la maggioranza.
I
nazionalisti sono cresciuti proprio in contrapposizione e a causa delle
politiche fatte dai socialisti sul piano liberista. Il 26 maggio dobbiamo eleggere
il maggior numero di parlamentari europei per costruire una opposizione forte
alla Commissione e al Consiglio. La sinistra nel parlamento europeo deve
confrontarsi con gli altri gruppi sulla base del suo programma. A partire dalla
modifica dei Trattati.
Ma se non
farete alleanze con S&D resterete soli.
Faremo
alleanze con chi vuole rafforzare il welfare e lavorare per la piena
occupazione, per il Green new deal, per i diritti dei lavoratori. Bisogna
ridurre le differenze sociali, nei singoli paesi e tra i diversi paesi. C’è un
problema di equilibrio nell’industrializzazione in Europa e questo ha a che
vedere con il tema del clima, della riconversione ambientale delle produzioni e
dell’economia. Su questo cercheremo senz’altro alleanze. E anche per cambiare
le politiche della Bce: invece di salvare le banche private chiediamo risorse
per la riconversione ambientale, la riduzione dell’orario di lavoro. Serve un
ruolo dello stato nell’economia e una programmazione che guardi al lungo
periodo.
Parliamo dell’Italia.
Da noi una formazione di sinistra non decolla, almeno fin qui.
I problemi
ci sono dappertutto. Siamo divisi in tutta Europa, non solo in Italia. Bisogna
superare le divisioni. Andiamo verso una Europa della competizione tra gli
stati. La sinistra deve fare liste che ricostruiscano una speranza.
È questo il
punto. Gli elettori italiani sembrano crederci poco.
Io ho fatto
sempre il sindacalista nella vita ma quando vado a votare mi chiedo perché vado
a votare. Molti lavoratori si astengono perché non capiscono perché dovrebbero
farlo. Per ottenere i voti bisogna unirsi e avere la forza di ricostruire la
speranza. Puntiamo alla rinascita della sinistra in relazione alla Sinistra
europea. E l’unità è necessaria per rompere la dinamica dell’estrema destra e
dei liberisti.
E invece la
dinamica della sinistra sembra quella della frammentazione.
Vede, sono
spagnolo e ho conosciuto il franchismo. Mio padre era un militante di sinistra
ed è dovuto scappare dalla Spagna. Io sono andato in pensione ma non mi sono
ritirato a vita privata. La destra che rientra nei parlamenti nazionali è un
fenomeno che non può essere osservato tranquillamente. L’unità della sinistra
come si sta facendo oggi in Italia è il principio da cui partire per
sconfiggere la destra e organizzare la lotta contro l’aumento dell’età per
andare in pensione, la distruzione della salute pubblica, l’aumento della
precarietà, la riduzione dei salari. Dobbiamo ricostruire il conflitto sociale
per evitare la guerra tra i poveri che è il terreno su cui stanno crescendo le
destre nazionaliste. Serve una visione di società, la lotta e una sinistra che
si occupi del futuro per i più deboli. Cosi si combatte la destra. Se non lo
facciamo, la destra ci porterà al disastro. E con i nazionalismi si riaffaccia
il pericolo della guerra. Anche in Europa.
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