Il momento è
ora: occorre una sinistra, civica, larga e partecipata
Pubblichiamo
di seguito il documento letto da Tomaso Montanari e Anna Falcone nella
conferenza stampa che si è tenuta oggi nella sala della Stampa Romana che fa il
punto della situazione politica in seguito alle vicende di questi giorni e
rilancia con forza l’inizia del percorso per un’alleanza popolare per la
democrazia e l’uguaglianza.
Buona
lettura
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1.
Crediamo che
davvero non si possa più aspettare, e lo diciamo con umiltà e con il massimo
rispetto per ogni percorso politico: il momento è ora. Perché «guasto è il
mondo, preda / di mali che si susseguono, dove la ricchezza si accumula / e gli
uomini vanno in rovina» (Oliver Goldsmith, The Deserted Village).
Di fronte
all’ennesima legge elettorale-truffa, a un dibattito mediatico-politico
concentrato su leadership e personalismi, invece che sulle soluzioni ai
problemi delle persone e sulla costruzione di una nuova visione di società e di
Paese, una parte importante di cittadini ed elettori si sta chiedendo se andare
o no a votare alle prossime elezioni politiche. Perché rischia di trovarsi
dinnanzi all’ennesimo Parlamento di nominati non scelti dagli elettori. Perché
manca nell’offerta politica un progetto veramente innovativo capace di
rappresentare chi non ha voce; di contrastare la precarietà in cui vivono i
più, e la quasi totalità delle giovani generazioni; di proporre, oltre alla
protesta, un nuovo modello sociale più giusto, inclusivo, solidale. Un progetto
capace di rovesciare «la scandalosa realtà di questo mondo» (papa Francesco).
Per cambiare
veramente lo stato delle cose non basta il professionismo politico che c’è,
occorre qualcosa di veramente nuovo: un progetto unitario più grande e
ambizioso dei singoli pezzi, un progetto che vada oltre le prossime elezioni e
abbia come denominatore comune il contrasto alle politiche neoliberiste che in
questi anni hanno decapitato diritti, futuro e ruolo della sovranità popolare e
delle istituzioni democratiche.
Dopo la
lunga stagione dei governi e delle politiche nell’interesse dei pochi contro i
bisogni e i desideri dei molti è giunto il tempo di immaginare una politica e
un governo nell’interesse della maggioranza delle persone. Un mezzo, insomma: e
non un fine.
È per questo
che consideriamo chiusa la stagione del centro-sinistra: perché è giunto il
tempo di rovesciare il tavolo delle diseguaglianze, non di venirci a patti. E
per far questo serve costruire la Sinistra che ancora non c’è.
2.
È per questo
che, a giugno, abbiamo lanciato il percorso ‘del Brancaccio’: quello di
un’alleanza popolare, tra cittadini e forze politiche, per la democrazia e
l’eguaglianza. L’abbiamo fatto per rimettere al centro del dibattito politico
la prepotente richiesta di democrazia e partecipazione scaturita dalla vittoria
del 4 dicembre: non ci basta più difendere la Costituzione e lo Stato
democratico di diritto, vogliamo attuarli e costruire insieme un fronte
politico e sociale alternativo al pensiero unico neoliberista e alle riforme
dettate e imposte dal capitalismo finanziario a Parlamenti e governi deboli o
conniventi.
Ora, quattro
mesi e molte assemblee dopo, è a tutti chiaro che era la strada giusta.
È per questo
che rilanciamo lo stesso obiettivo, con l’imperativo di partire, senza
ulteriori tentennamenti, per la costruzione di un Polo civico e di Sinistra che
confluisca, nell’immediato, in una lista unica nazionale e, in prospettiva, in
un soggetto capace di dar vita a quella Sinistra che, in questo Paese, non c’è
ancora. Un progetto politico stabile e credibile di Sinistra, più grande e più
ambizioso dei singoli partiti e movimenti, e che permetta, anche nel nostro
Paese, la liberazione e l’espressione di quelle energie che altrove hanno dato
vita – ad esempio – a Podemos in Spagna, e al nuovo Partito laburista di Corbyn
in Gran Bretagna.
Un caso
emblematico, quest’ultimo: anche il partito che ha inaugurato la “Terza Via” in
Europa ha invertito la rotta e riguadagnato consensi e credibilità dopo una
lunga crisi. Ciò che accade in Europa, ci insegna che la Sinistra vince solo se
è unita su programmi radicali e innovativi, senza alcuna “connivenza” o
appoggio a forze conservatrici e di ispirazione neoliberista. Dobbiamo guardare
oltre, non fermarci alle prossime elezioni, ma costruire insieme i presupposti
per un nuovo umanesimo globale, un mondo giusto in cui trovino posto non solo i
vecchi diritti che ci sono stati tolti, ma anche i nuovi, come il diritto a una
partecipazione democratica vera, il diritto al tempo, il diritto alla felicità
di tutti e di ognuno. Questa è la nostra ambizione, e per attuarla sappiamo che
la dimensione nazionale non è sufficiente. Per questo vogliamo rafforzare quei
rapporti con gli altri movimenti che in Europa e nel mondo hanno già percorso questa
via e hanno inaugurato una nuova stagione politica e di democrazia, rimettendo
al centro del dibattito i cittadini e le loro reali priorità.
Insomma,
siamo convinti, con Tony Judt, che «C’è qualcosa di profondamente sbagliato nel
nostro modo di vivere, oggi. Per trent’anni abbiamo trasformato in virtù il
perseguimento dell’interesse materiale personale: anzi, ormai questo è l’unico
scopo collettivo che ancora ci rimane. Sappiamo quanto costano le cose, ma non
quanto valgono. Non ci chiediamo più, di una sentenza di tribunale o di una
legge, se sia buona, se sia equa, se sia corretta, se contribuirà a rendere
migliore la società, o il mondo. Erano queste un tempo le domande politiche per
eccellenza, anche se non era facile dare una risposta: dobbiamo reimparare a
porci queste domande. Dobbiamo sottoporre a critica radicale l’ammirazione per
mercati liberi da lacci e laccioli, il disprezzo per il settore pubblico,
l’illusione di una crescita senza fine. Non possiamo continuare a vivere così».
3.
Quel popolo
unito noi lo abbiamo incontrato lungo tutto il 2016, nella grande campagna
referendaria che ha portato alla vittoria del 4 dicembre, le tante bandiere
della Sinistra si sono inchinate di fronte all’unica bandiera della
Costituzione. E abbiamo vinto!
Questa unità
è andata oltre, nonostante un dibattito mediatico e politico tutto concentrato
sui cambi d’umore di un ‘leader’ autodesignato e divisivo, ed ha preso corpo fin dalle prime assemblee del
‘Brancaccio’ che, dal 18 giugno ad oggi, hanno attraversato e per tutto ottobre
attraverseranno l’Italia. E anche nei nostri incontri sul programma si è
ritrovato un solo popolo: cittadini senza tessera, altri che militano in
partiti e movimenti della Sinistra, tanti delusi dal PD e dalla politica in
genere, cittadini che non votano più o si rifugiano nel voto di protesta. Tutti
chiedono la stessa cosa: una forza unitaria e popolare che possa e voglia
realmente cambiare l’Italia con un programma radicale e coraggioso di
rivendicazione dei diritti negati, a partire da quelli riconosciuti e tutelati
dalla Costituzione, per arrivare ai nuovi diritti posti dalle sfide del
presente e del futuro.
Oggi siamo
qui per prendere atto, finalmente, che sono maturati anche in altri le ragioni
e la volontà di lavorare per una lista unica della Sinistra. Le vicende di
questi ultimi giorni, hanno reso evidente la faglia di separazione tra chi
rimane arroccato a vecchi schemi e condizionato dall’egemonia del Partito
democratico, e le forze che intendono davvero cambiare lo stato delle cose.
Lavoro, redistribuzione della ricchezza, tutela dell’ambiente e del clima,
diritto alla salute e all’istruzione, pace e accoglienza dei migranti: esiste
un popolo, unito, che su tutto questo vuole invertire la rotta.
4.
Per questo
vogliamo mettere a disposizione il metodo e l’esperienza del Brancaccio, che
dall’inizio è nato come uno spazio politico aperto a tutti coloro che
condividessero questi obiettivi. Noi continueremo con le assemblee locali delle
“Cento piazze per il Programma”, che culmineranno in un grande incontro
nazionale, a novembre.
Contemporaneamente,
e fin da oggi, verificheremo con i responsabili di tutte le forze politiche che
si dichiarano alternative alle destre e al Pd la possibilità di costruire un
calendario e un metodo – condivisi da tutte le forze, civiche e politiche, e
non imposti da nessuno – che portino, prima della fine dell’anno, ad una lista
unica ed unitaria per le prossime elezioni.
Per questo
ribadiamo la centralità di una vasta partecipazione dal basso, che porti ad
eleggere – col metodo una testa un voto – e secondo le modalità più trasparenti
e plurali possibili, una grande assemblea che decida democraticamente sul
programma finale e su candidati realmente espressione dei cittadini, con il più
ampio spazio per donne e giovani. Le regole di questo processo saranno
fondamentali: noi crediamo, per esempio, che sia inaccettabile il modello
mediatico e ambiguo delle primarie, e che i modi di partecipazione debbano
invece valorizzare l’impegno di coloro che si spendono in attività politiche,
sociali, di volontariato, ecc. E crediamo che un comitato di facilitatori non
candidati debba assumere un ruolo di garanzia, in questo processo.
Sinistra
Italiana, Possibile, Mdp, Rifondazione Comunista, l’Altra Europa e le altre
sigle politiche che si uniranno sono solo una piccola parte della sinistra che
va costruita: e crediamo che questa nuova Sinistra o sarà civica, larga,
democratica e partecipata, nei metodi e nei fini, o non sarà.
Perché il
nostro impegno sia credibile e sia l’inizio di una nuova stagione politica è
necessario un radicale rinnovamento di linguaggio e di leadership, un
rinnovamento anche generazionale che rappresenti nei volti e nelle storie una
sinistra non solo finalmente unita, ma realmente nuova, espressione dei
cittadini e dei territori, in una parola diversa rispetto alle esperienze
passate e con lo sguardo rivolto al futuro. Una sinistra finalmente credibile.
La nostra
stessa condizione di cittadini, e non di politici di professione, ci impone un ruolo
di garanzia, di stimolo e di controllo: al quale non verremo meno. Da oggi
inizieremo a realizzare questo programma: con tutte e tutti coloro che vorranno
starci.
La politica
– come ha detto Jeremy Corbyn – non deve tornare nelle scatole. E non lo farà.
Anna Falcone, Tomaso Montanari
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