lunedì 12 ottobre 2015

ATTENTATO AD ANKARA. SOLIDARIETÀ ALLE VITTIME E AI CURDI

ATTENTATO AD ANKARA. SOLIDARIETÀ ALLE VITTIME E AI CURDI, LE RESPONSABILITÀ DI ERDOGAN. MOBILITAZIONE INTERNAZIONALE CONTRO LA GUERRA È terribile il bilancio dello spaventoso attentato di questa mattina alla manifestazione pacifista e curda nel centro di Ankara. Finora si contano 86 morti e 186 feriti. Si tratta di un atto feroce, non ancora rivendicato, una strage di manifestanti pacifici e pacifisti, il che lo rende ancora più orribile se possibile, scesi in piazza per chiedere la fine del conflitto con i Curdi del Pkk, che nel frattempo ha dichiarato la cessazione di ogni ostilità fino alle elezioni di novembre. Un’azione che destabilizza del tutto la situazione interna della Turchia, già pesantemente segnata dopo l’attentato di Suruc, ai confini con la Siria, che costò 30 morti il luglio scorso. Il presidente Erdogan è gravemente responsabile. Ha scelto di governare con i nazionalisti, ha spostato all’interno della Turchia la guerra in Siria, ai confini del paese, per colpire i curdi. Azioni sempre più gravi, condotte dall’esercito, che hanno portato a radere al suolo interi villaggi, come Cisre, in maniera identica a quanto avviene a pochi chilometri, in Siria. Il tutto nel silenzio dei paesi europei e occidentali, mentre gli aerei russi la sorvolano e la Nato dichiara di volere difendere la Turchia da ogni violazione. Di recente a Bruxelles Erdogan ha definito terroristi tutti i Curdi. È tremendo, il bilancio dell’attentato, se si guarda l’intera situazione del Medio Oriente. La guerra in Siria, l’intervento della Russia e dei paesi occidentali. Il contemporaneo inasprirsi del conflitto tra Palestina e Israele, dove, mentre si continua a negare la creazione di due Stati indipendenti, una nuova generazione di Palestinesi si prepara alla terza Intifada. Con grande preoccupazione vediamo che l’ombra della guerra, non più solo locale, si proietta con forza inedita sull’intera regione e sulle relazioni internazionali. Per questo non basta condannare la ferocia, piangere i morti, dichiarare la solidarietà alle vittime e al popolo curdo. Di fronte all’orribile attentato di Ankara è necessaria una risposta ampia, di tutte le forze pacifiste e di movimento, italiane ed europee. Prepariamo una grande mobilitazione. Dobbiamo opporci alla guerra. ALTRA EUROPA CON TSIPRAS - 10 ottobre 2015

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