"In Europa per ricostruire un blocco sociale su precarietà e democrazia". Intervista ad Eleonora Forenza
“Una delle prime vittime di Merkel è proprio la socialdemocrazia, solo che stentano a rendersene conto. Anzi, per quanto riguarda Renzi sembra proprio essere diventato l'alfiere di quel modello di governance”. Alla festa della Federazione del Prc di Roma è il turno di Eleonora Forenza, che ieri sera ha chiuso il programma degli interventi politici, nello spazio dibattiti del parco Caravaggio.
La prima domanda riguarda proprio il recente discorso programmatico della cancelliera tedesca in cui non sembra esserci traccia non solo del significato politico del voto di maggio alle europee ma della possibilità della trattativa sull'austerità, al contrario di quello che va dicendo il premier italiano Matteo Renzi.
Qual è stata la tua sensazione quando sei arrivata al Parlamento a Bruxelles?
Ho trovato un clima molto positivo nel gruppo della sinistra europea, dove aspettavano il ritorno degli italiani e tengono in gran conto la figura di Barbara Spinelli. E’ un gruppo composito quello della sinistra europea che è stato in grado però di capire la novità di alcune realtà come Podemos iniziando a stringere un immediato legame. Stiamo provvedendo ai preliminari ancora. Decidendo cioè la distribuzione dei parlamentari nelle varie commissioni. Personalmente andrò al Commercio estero, e quindi mi occuperò di Ttip, e all’Ambiente.
Il significato del voto non sembra sia stato recepito da chi ha la responsabilità del governo.
Il voto, tra alto tasso di astensione e ingresso della destra, è stato sostanzialmente eluso. Lo stesso balletto delle cariche tra Junker e Shultz non ha scandalizzato nessuno. L’asse delle larghe intese è saldo e prescinde dal nodo del consenso e di quale idea di Europa si sta facendo largo nel Vecchio Continente. Il 2 luglio verrà Renzi ad illustrare il profilo programmatico del semestre, ma è chiaro che per quel percorso non c’è alcuno spazio reale.
E per la sinistra europea quale percorso si prospetta?
Beh intanto c’è un importante lavoro fatto, non scontato, con il successo della lista Tsipras e con il ruolo dello stesso leader di Syriza nell’ambito europeo. Il lavoro da fare riguarda, a grandi linee, riuscire a sincronizzare il livello europeo con quanto accade a livello nazionale per quanto riguarda le mobilitazioni e la costruzione dei programmi politici e rivendicativi. Al di là dei modelli nazionali, da Syriza a Izquierda unida passando per la Linke, è chiaro che non va abbandonata una prospettiva europea nella costruzione della soggettività politica.
Con quali coordinate?
Il baricentro è la ricomposizione del blocco sociale intorno alle battaglia sul reddito minimo garantito e la precarietà. E poi mi sembra che vada consolidato il tema della democrazia. Semmai ce ne fosse stato bisogno, anche gli ultimi segnali, sia in Italia che in Europa, dicono che si sta andando verso un modello di governo autoritario.
Il famoso 4,03%, un numero piccolo ma dagli effetti forti, visto che a sinistra sta provocando molti movimenti tellurici.
Le terre di mezzo, come dicevo, sono finite. Come ha già sottolineato l’esperienza di Syriza, non si tratta di mettere insieme partiti e organizzazioni politiche; il punto è mettere insieme ciò che il liberismo ha diviso e continuerà a dividere. Penso per esempio, al prezioso lavoro della Linke che sul Ttip ha già costruito relazioni importanti con i movimenti.
lunedì 30 giugno 2014
giovedì 26 giugno 2014
FERRERO - PER UNA SYRIZA ITALIANA, SE NON ORA QUANDO?
FERRERO - PER UNA SYRIZA ITALIANA, SE NON ORA QUANDO? Nelle elezioni europee di un mese fa, la lista «l’altra Europa con Tsipras», dopo aver superato più sbarramenti – dalla raccolta delle firme al 4% dei voti – ha eletto tre deputati che sono andati a rafforzare le fila del gruppo della sinistra unitaria – il Gue – nel Parlamento Europeo. Sul piano della rappresentanza possiamo quindi affermare: missione compiuta. Chi ha creduto nella lista Tsipras ha eletto persone che stanno facendo quello che avevano detto in campagna elettorale. Non è poco: gli elettori di Renzi hanno eletto deputati che in Europa governeranno con Berlusconi sulla base delle politiche neoliberiste e chi ha votato Grillo ha dato un contributo decisivo alla formazione di un gruppo in cui si annidano ogni sorta di razzisti e nazionalisti di destra. A partire da questo risultato positivo e fondamentale, è oggi possibile e necessario porsi l’obiettivo di rispondere anche alla domanda implicita presente nel voto alla lista «l’altra Europa con Tsipras»: dar vita ad una sinistra degna di questo nome nel nostro paese. Non credo infatti di esagerare se affermo che nel voto alla lista esisteva un’eccedenza, un di più, che parlava di una speranza di dar vita ad una nuova fase politica, ad una Syriza italiana. Credo che a questa domanda occorra dare una risposta positiva. Marco Revelli, nei giorni scorsi, usava una metafora calcistica per porre il problema della prospettiva della lista. Passando al ciclismo direi che abbiamo vinto una tappa, adesso si tratta di vincere la corsa. Non è sufficiente amministrare il risultato, si tratta di fare un salto di qualità che è reso possibile proprio dal positivo esito elettorale. Un salto di qualità nella costruzione di una Syriza italiana, può partire intanto da quella risorsa decisiva che sono stati e sono i comitati territoriali, sorti in quasi tutto il paese a sostegno della lista. Non in modo uniforme e non con lo stesso grado di condivisione e unitarietà, tuttavia un processo politico si è messo in moto, dal basso ed in forme inclusive. Certo la lista è stata costruita dall’alto — persino inserendo il nome di Alexis nel simbolo – e non poteva essere altrimenti. Penso che questo «processo dall’alto» abbia dato quel che poteva, con i suoi lati buoni e i suoi problemi. Penso che la stessa ingenerosa discussione post elettorale, che ha trasformato Barbara Spinelli in una sorta di capro espiatorio, sia segno di quei problemi «strutturali». Detto questo, credo si tratti oggi di fare un salto di qualità, investendo strategicamente in un «processo dal basso». Consolidare i comitati esistenti e costruirne di nuovi in ogni città ed in ogni paese, porsi l’obiettivo di costruire l’altra Venezia come l’altra Firenze o l’altra Isernia. Costruire processualmente l’altra Italia nell’intreccio con l’altra Europa, a partire dalla declinazione dei temi e degli obiettivi dello stesso programma della Lista, mi pare è un passo possibile e necessario. Una ulteriore grande risorsa su cui far leva, sono le relazioni in cui siamo inseriti come lista. Se è vero che è sul piano europeo che si gioca la vera partita, occorre far entrare l’Europa in Italia e valorizzare, in tutta la sua potenzialità, il nostro rapporto con il Gue e la Sinistra Europea. Da Podemos al Partito Comunista Portoghese, passando per tutte le forze che fanno parte del Partito della Sinistra Europea — Syriza, Izquierda Unida, Front de Gauche, Linke, ecc. — nel Gue vi è il complesso delle forze della sinistra che vogliono dar vita ad una alternativa su scala continentale. Costruire un processo di partecipazione dal basso, nei territori, che abbia come riferimento questo schieramento europeo, può aprire una prospettiva politica vera. A partire da questi elementi fondativi, credo che si potrebbero stemperare le discussioni di tipo organizzativo sul percorso che ci porterà al 19 luglio, concentrandoci sulla prospettiva politica. In questa direzione a me parrebbe utile far si che l’assemblea del 19 luglio possa tenersi a Genova – città simbolo del movimento antiliberista e altermondialista, nell’intreccio evidente della lotta di ieri contro G8 e MAI e di oggi contro il TTIP — ed avere un carattere largo. Una assemblea pensata per una partecipazione ampia e diffusa sarebbe un buon modo per segnare un cambio di passo. Così come sarebbe utile che l’assemblea del 19 lanci un percorso di mobilitazione nel corso del semestre di presidenza europea, in cui potrebbe avere un significato politico di prima grandezza la convocazione di una manifestazione nazionale per l’autunno. Intrecciare percorso di costruzione politica e di mobilitazione sociale mi pare il modo migliore per dar vita a quella soggettività sociale, politica e culturale che superi i limiti che ci hanno caratterizzato in questi anni: se non ora quando?
giovedì 19 giugno 2014
PRC MILANO: GUARDIAMO AVANTI CON FIDUCIA VERSO LA COSTRUZIONE DELLA SINISTRA DI ALTERNATIVA
Federazione Provinciale Milano “Guardiamo avanti con fiducia verso la costruzione della sinistra d’alternativa italiana.” La mozione approvata dal Comitato Politico Federale del PRC di Milano. Il voto del 25 maggio è segnato dal profondo e persistente rigetto dei popoli europei, alle politiche di austerità praticate dai popolari, liberali e socialisti. Le forze di alternativa della Sinistra Europea/GUE ottengono significativi risultati affermandosi come alternativa alle politiche liberiste e alle larghe intese fra PPE e PSE. Il 4% raggiunto dall’Altra Europa con Tsipras è uno straordinario risultato politico. In soli 3 mesi, pur tra contraddizioni, difficoltà, percorsi spesso criticabili per l’eccesso di centralizzazione e del ruolo dei “garanti”, un nuovo percorso è iniziato per la sinistra italiana. Un risultato reso ancor più importante per l’affermarsi del nuovo corso del PD e il consolidarsi della proposta populista del M5S. Il successo della lista l’Altra Europa con Tsipras, ci consente ora di dare gambe concrete al progetto per la costruzione di una coalizione sociale di sinistra alternativa, indispensabile per fronteggiare i pesanti attacchi ai redditi e ai diritti dei lavoratori, delle lavoratrici e dei ceti popolari. Il contributo dei militanti del PRC e il contributo politico e organizzativo dato nei tanti comitati, mostra come sia indispensabile la presenza organizzata dei comunisti e come questa si possa confrontare dialetticamente in un progetto più ampio di sinistra di alternativa. Il rafforzamento del nostro partito, dell’adesione e militanza, è di straordinaria importanza e fondamentale affinché non si disperda il tessuto unitario sin qui raggiunto. Il nostro contributo nell’elaborazione politica e nella capacità di costruzione e tessitura delle relazioni sociali nel conflitto, è tanto più prezioso proprio oggi nel fragile contesto politico in cui il progetto di costruzione della sinistra unita italiana dovrà operare. L’esperienza milanese ci insegna che si può essere fortemente radicali e dialettici nel contempo convergendo sulla sostanza degli elementi politici. Valutiamo positivo il documento unitario dell’assemblea milanese dei comitati, che valorizza il percorso condiviso, chiede il superamento definitivo della stagione dei “garanti” e che si apra una nuova fase di formazione di strutture unitarie fondate sulla partecipazione democratica. Un percorso ragionato, senza precipitazioni e di valorizzazioni dei territori. Ci poniamo quindi l’obiettivo di contribuire alla costruzione di una sinistra politico sociale unitaria, non subalterna e non minoritaria, che a Milano sia in grado di diventare protagonista politico. Il 6,5% milanese dell’Altra Europa con Tsipras, rende possibile per la sinistra porsi obiettivi ambiziosi anche sul piano locale. Da questa esperienza ne traiamo insegnamento per avanzare fin da ora una proposta politica unitaria a sinistra per Milano e per tutte le realtà locali. Pur tra tante contraddizioni e inevitabili difficoltà, il 4% raggiunto apre oggi la prospettiva per costruire in Italia, a Milano e nei territori della provincia, il cantiere della Sinistra che guarda alle migliori esperienze della Sinistra Europea, che vuole tornare a contare nel paese e dare così rappresentanza ai lavoratori e ai mille conflitti sociali. Il percorso nazionale dei Comitati che si è avviato, segna forti discontinuità con la fase precedente e consente di avanzare tutti verso il terreno della partecipazione e delle decisioni condivise. Non possiamo che condividere quanto detto nel documento milanese dei Comitati Unitari sul tanto controverso tema degli eletti. Non ci sfugge infatti che la scelta operata, pur favorevole all’eletta del nostro partito a cui rivolgiamo i più calorosi auguri di buon lavoro, apre uno scenario delicatissimo dove grande deve essere la nostra responsabilità collettiva. Auspichiamo che i compagni di SEL, sappiano e vogliano continuare a condividere pur nell’amarezza comprensibile, il nuovo percorso che come citava il documento dei comitati milanesi si rivolge ad “un lavoro comune e sintesi tra partiti, associazioni, comitati e singoli, perché solo un percorso di discussione e di coinvolgimento reciproco potrà nel tempo aiutare tutti/e a diventare un progetto omogeneo, il progetto di una coalizione sociale che abbia come orizzonte “prima le persone”. I Comitati Unitari che in questi mesi hanno lavorato, pur tra mille difficoltà sono per noi strutture preziose che sosteniamo. Mettiamo a disposizione di tutti la nostra esperienza per far sì che si diffondano nei territori dove non esistono, contribuendo a rendere democratiche e partecipative le decisioni, nella prospettiva di costruire una rete sociale di riferimento per tutta la sinistra alternativa italiana. Vogliamo contribuire ad unire i movimenti e le forze sociali sul terreno della politica, con l’obiettivo di dare rappresentanza all’opposizione sociale e le lotte di resistenza che pur esistono nel paese. La prospettiva della sinistra di alternativa che vogliamo contribuire a costruire, per non essere solo elettoralistica ed episodica, passa inevitabilmente da qui, pensando quindi dalla costruzione di un movimento politico e sociale. Una sinistra che nel terreno sociale vive, ma che sa anche essere di governo, di cambiamento e innovazione sociale e culturale, per costruire l’alternativa a classi dirigenti corrotte e schiave del liberismo. Chiamiamo tutti i nostri militanti, ad operare per il rafforzamento del partito e del tesseramento, insieme all’allargamento al progetto delle Siryza italiana, a nuove realtà organizzate, associative, sindacali e di esponenti dei movimenti territoriali. Il CPF rivolge un grande ringraziamento ai tanti compagni/e che hanno lavorato in questa campagna elettorale, raccogliendo migliaia di firme, operando da protagonisti con grande spirito unitario nei Comitati Unitari, nella campagna elettorale europea, come nell’affermare la presenza del nostro partito e della sinistra di alternativa nelle elezioni comunali. Compagne e compagni la nostra lotta politica insieme alle indicazioni del CPN prosegue nei nostri territori: sul terreno internazionale, per costruire mobilitazioni unitarie contro il progetto di partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti (TTPI) tra l’Unione europea e gli Stati Uniti; della scuola (lotta alla diseguaglianza di trattamento dei buoni scuola); dell’antifascismo e sul terreno del lavoro e dei diritti dei lavoratori; partecipando da protagonisti nelle mobilitazioni, nelle assemblee per costruire coordinamenti di lavoratori e delegati delle RSU. Il Comitato Politico Federale Milano 9 giugno 2014
SALLUSTI A GIUDIZIO PER LA DIFFAMAZIONE DI CARLO GIULIANI
SALLUSTI A GIUDIZIO PER LA DIFFAMAZIONE DI CARLO GIULIANI Il direttore de “il Giornale” Alessandro Sallusti e’ stato rinviato a giudizio dal gip Nicoletta Bolelli del tribunale di Genova perche’ accusato di avere diffamato Carlo Giuliani durante un programma televisivo, dove era presente il segretario del Prc Paolo Ferrero. Erano stati i genitori di Giuliani a denunciare il giornalista. La prima udienza si terra’ il 19 giugno prossimo a Genova. I genitori di Carlo Giuliani, il giovane morto durante gli scontri del G8 di Genova del 2001, Heidi e Giuliano Giuliani, insieme al “Comitato per piazza Carlo Giuliani” avevano querelato Sallusti perche’ “In occasione di un dibattito televisivo – spiega il loro avvocato, il milanese Gilberto Pagani – disse per ben tre volte che le forze dell’ordine fecero bene ad uccidere Carlo Giuliani...
mercoledì 11 giugno 2014
NON SOLO MONDIALI. IL 12 TUTTI CONTRO IL LAVORO MINORILE
Non solo mondiali. Il 12 tutti contro il lavoro minorile Da “il manifesto” - Il “cartellino rosso” dell’Ilo. Dopodomani si aprono i giochi in Brasile, e insieme parte la campagna Onu contro lo sfruttamento dei bambini: “Sono 168 milioni in tutto il mondo” Il 12 giugno, giorno di apertura dei Mondiali 2014, sarà anche la giornata scelta dall’Ilo per sensibilizzare l’opinione pubblica globale sul lavoro minorile: piaga che affligge, con intensità diverse, tutti i paesi, ma che in Brasile è particolarmente presente. Il titolo dell’iniziativa è Cartellino rosso al lavoro minorile: questa campagna è stata lanciata per la prima volta in coincidenza con la Coppa delle Nazioni africane nel 2002 per denunciare lo sfruttamento dei bambini nella fabbricazione di palloni da calcio, fenomeno emerso durante la Coppa Uefa del 1996. Secondo i più recenti dati forniti dall’agenzia per il Lavoro dell’Onu, il numero globale dei minori lavoratori è sceso di un terzo dal 2000, da 246 a 168 milioni. Più della metà, 85 milioni, svolgono lavori pericolosi (nel 2000 erano 171 milioni). Il maggior numero di minori lavoratori si trova nella regione Asia e Pacifico (quasi 78 milioni, il 9,3% del totale dei minori), mentre l’Africa sub Sahariana continua a essere la regione con la maggior incidenza di lavoro minorile (59 milioni, oltre il 21%). In America Latina e Caraibi, i bimbi al lavoro sono 13 milioni (8,8%); in Medio Oriente e Nord Africa 9,2 milioni (8,4%). L’agricoltura continua a essere il settore con il più alto numero di minori costretti al lavoro (98 milioni, pari al 59%), ma altrettanto preoccupante è la situazione nel settore dei servizi (54 milioni) e nell’industria (12 milioni) – perlopiù confinati nell’economia informale. Il lavoro minorile tra le bambine è sceso del 40% dal 2000, quello dei bambini del 25%. Circa la metà dei minori lavoratori sono semplicemente troppo piccoli per svolgere qualsiasi tipo di lavoro. La maggior parte lavora in aziende familiari senza alcuna retribuzione. Circa 85 milioni di ragazzini tra i 5 e i 17 anni lavorano in aziende agricole, in miniera o in fabbrica, attività che mettono a serio rischio la salute e sicurezza, a volte persino la vita. Milioni di bambine e bambini lavorano come domestici, altri sono vittime dello sfruttamento sessuale o coinvolti nel commercio di droga o mendicano per la strada. Circa 5,5 milioni di minori sono vittime delle nuove forme di schiavitù come la tratta di esseri umani e i bambini soldato costretti a combattere nelle forze armate governative o nelle milizie private. «La campagna è legata al gioco del calcio e al diritto di tutte le bambine e i bambini a giocare», ha spiegato Corinne Vargha, direttrice del Programma internazionale dell’Ilo per l’eliminazione del lavoro minorile (Ipec). «Per questo motivo sarà lanciata in occasione dell’avvio della Coppa del mondo Fifa 2014 in Brasile, la cui data coincide con la Giornata mondiale contro il lavoro minorile del 12 giugno». Sempre il 12 giugno, sarà resa nota una nuova canzone, composta dal musicista Mike Einziger e dalla violinista Ann Marie Simpson. Intanto a Rio de Janeiro più di 1000 persone si uniranno per formare una gigante girandola umana, emblema della Campagna, con il colle Pan di Zucchero come sfondo. In Italia sono previste iniziative in varie città: protagoniste scuole e università, ma anche il mondo della musica, della danza, dello sport e il sindacato. Previsti concerti a Roma, Milano, Pesaro e Parma, con l’esibizione della Suzuki Orchestra: oltre 130 bambini musicisti diretti da Antonio Mosca.
martedì 3 giugno 2014
DOCUMENTO NAZIONALE PRC
SYRIZA ITALIANA, RIFONDAZIONE LANCIA LA SUA PROPOSTA Documento approvato dal Comitato Politico Nazionale di Rifondazione Comunista. Il voto del 25 maggio è segnato in tutta Europa dalla sofferenza sociale causata dalle politiche di austerità praticate da popolari, liberali e socialisti. Il segno prevalente è il malessere dei popoli europei rispetto alle conseguenze delle politiche di austerità assunte in sede europea in questi anni, che hanno aggravato la crisi, e rispetto ai governi e alle maggioranze, subalterne al neoliberismo . A fronte di questo risultato, le classi dirigenti europee rappresentate dal Partito Popolare e dal Partito Socialista intendono rispondere coniugando la prosecuzione di politiche a tutela dei profitti, delle rendite finanziarie e delle banche con la costruzione di una strategia di recupero del consenso popolare. In questa direzione si muovono le proposte di proseguire le politiche neoliberiste allentando le politiche di austerità che hanno già determinato una drastica riduzione dei livelli di copertura del welfare e dei diritti dei lavoratori. In tal senso il successo del Partito Democratico di Renzi – che con una mano eroga il bonus di 80 euro al mese ad ampi settori della popolazione, e con l’altra continua nell’azione ben più pesante e strutturale di taglio della spesa pubblica e sociale, nelle privatizzazioni, nella precarizzazione del mondo del lavoro, nella salvaguardia del sistema bancario nonché nel mantenimento della controriforma Fornero delle pensioni – si pone come punto di riferimento possibile per una declinazione “blairiana” delle politiche liberiste. In questo contesto, esprimiamo la nostra piena soddisfazione per il risultato positivo ottenuto dalle forze aderenti al partito della Sinistra Europea e al Gue-Ngl, che hanno posto al centro della proposta politica e della campagna elettorale l’opposizione alle politiche di devastazione sociale praticate da popolari e socialisti; il rifiuto netto della logica delle “larghe intese”; il ruolo delle lotte, del conflitto sociale e la prospettiva della ricostruzione del movimento operaio anche al di là dei singoli confini nazionali. Il rafforzamento della sinistra europea e lo sviluppo del conflitto di classe rappresentano l’anticorpo e l’alternativa più credibili all’avanzata inquietante delle forze neonaziste e neofasciste che, proprio sul terreno della destrutturazione sociale causata dalla crisi, puntano a rilanciare un “nuovo” nazionalismo fondato sull’egoismo sociale, sul razzismo, sull’esaltazione delle “piccole patrie”. Il superamento del quorum da parte della lista L’Altra Europa con Tsipras è a sua volta – dato il quadro italiano – un risultato importante e positivo: dopo anni di resistenza e di sconfitte elettorali sul piano nazionale, torna ad eleggere la sinistra che si presenta al fuori di alleanze con il Partito Democratico. La lista L’altra Europa con Tsipras non è stato solo un fatto elettorale. In questi mesi, attorno alla costruzione della lista, vi è stata una significativa mobilitazione unitaria a sinistra – all’interno della quale ci siamo mossi con nettezza, convinzione e generosità – per raccogliere le firme prima, per fare la campagna elettorale poi. Proponiamo quindi di operare un salto di qualità e di costruire la “Syriza italiana”, all’interno della Sinistra Europea, ponendo al centro l’alternativa alle politiche di austerità e neo-liberiste, e alle forze e alle coalizioni che le sostengono. Proponiamo che il processo di costruzione di tale soggetto della sinistra unitaria e plurale non avvenga in modo verticistico e pattizio, ma partecipativo ed inclusivo di tutte le persone concordi con gli obiettivi unitari. L’obiettivo è la costruzione di un soggetto politico della sinistra fondato sulla base del principio “una testa un voto”; che il soggetto unitario abbia piena titolarità sulla rappresentanza elettorale; che forze organizzate, locali e nazionali, che scelgano di attivarsi per il processo unitario senza sciogliersi, s’impegnino a non esercitare vincoli di mandato ed a garantire la libera scelta individuale nell’adesione al nuovo soggetto politico da parte dei propri iscritti e iscritte. Proponiamo, nello specifico: - la prosecuzione e l’ampliamento dell’attività dei comitati locali de L’Altra Europa anche attraverso la convocazione di assemblee popolari e territoriali della sinistra; - una campagna contro l’attacco eversivo di Renzi alla democrazia; attacco che passa sia attraverso la proposta di una nuova legge elettorale di chiaro segno autoritario sia attraverso il varo di una stagione più generale di controriforme. Riteniamo che la possibilità di costruire una “Syriza italiana” rappresenti una conferma importante della linea politica che Rifondazione Comunista ha perseguito in questi anni e che ha trovato un primo punto di approdo nella campagna elettorale: il Prc è stato tra le forze fondatrici della Sinistra Europea e che più hanno investito, in questi anni, in questo progetto; da tempo lavoriamo perché possa prendere piede anche in Italia un polo della sinistra autonomo e alternativo anche al centrosinistra; per primi, in Europa, abbiamo avanzato la candidatura del compagno Alexis Tsipras alla presidenza della commissione europea a tutte le forze della Sinistra Europea. Siamo stati in grado di contribuire alle liste, nelle diverse circoscrizioni, avanzando candidature espressione del nostro partito e al contempo di vertenze, movimenti e lotte: a partire dai compagni Eleonora Forenza e Fabio Amato, coordinatore della campagna elettorale per la Sinistra Europea, le nostre candidate e i nostri candidati hanno ottenuto risultati positivi e significativi. E’ questo il segno del consenso ottenuto da Paola Morandin, Nicoletta Dosio, Simona Lobina, Antonio Mazzeo e da tutte le compagne e i compagni presenti nella lista. Segno anche di una mobilitazione e dell’impegno della larga maggioranza delle compagne e dei compagni del partito nel dare attuazione alle indicazioni discusse e decise negli organismi. L’investimento nel processo di costruzione della sinistra deve quindi procedere di pari passo con l’investimento nel rafforzamento e nel rilancio di Rifondazione Comunista. Riteniamo che sia necessaria oggi più che mai la presenza di una forza politica come lo nostra che si ponga il fine di collegare – attorno all’obiettivo dell’uscita dal capitalismo in crisi – le lotte e le istanze di cambiamento e di liberazione che nascono, crescono e si coagulano nella società; il contrario cioè di un processo liquidatorio. Riteniamo che un rinnovato progetto della rifondazione comunista possa essere il terreno di ricomposizione di tutte le comuniste e i comunisti che vogliono costruire la Syriza italiana e superare i rapporti di produzione capitalistici. Avanziamo quindi questa proposta a tutti i compagni e le compagne interessate e ci impegniamo a perseguire questo obiettivo. Al fine di rilanciare e rafforzare l’azione di Rifondazione Comunista proseguiremo con gli impegni già assunti: •la conferenza nazionale di organizzazione; •il completamento dei congressi regionali entro la fine di giugno; •la campagna di autofinanziamento; •l’attività di formazione e l’individuazione di adeguati strumenti di informazione/comunicazione; Un appuntamento di discussione approfondita sulle questioni del lavoro e del sindacato. Riteniamo sia centrale, inoltre, proseguire e rafforzare la nostra iniziativa politica su alcuni grandi questioni che hanno a che fare con i danni causati dalle politiche di austerità: •il piano per il lavoro e la conversione ecologica dell’economia e la nostra opposizione al Jobs Act; •il tema del diritto all’abitare e la nostra opposizione al piano Lupi; il sostegno attivo alla campagna Stop TTIP (Translatantic Trade and Investment Partnership); •l’adesione alle manifestazioni nazionali del 28 giugno a Roma e dell’11 luglio a Torino, e alle mobilitazioni e a tutte le iniziative che, durante il semestre europeo di presidenza italiana, contesteranno l’Europa dell’austerità e del neo-liberismo per dare corpo all’idea dell’altra Europa. •A mobilitarsi contro la guerra in Ucraina e la complicità di Usa e Ue con il governo di Kiev e con le forze neonaziste che lo sostengono, in solidarietà con le forze di sinistra, comuniste e antifasciste ucraine. Le Feste di Liberazione sono un’occasione in cui organizzare iniziative e diffondere materiali su tali importanti temi. Aderiamo all’importante manifestazione nazionale “Per un’Italia libera e onesta. Ripartiamo dalla Costituzione” che si terrà domani, lunedì 2 giugno a Modena, a difesa della democrazia e contro lo smantellamento dei principi costituzionali. LA SEGRETERIA NAZIONALE Approvato a maggioranza assoluta
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