lunedì 30 settembre 2013

MARTEDI A MILANO LA VIA MAESTRA ORE 18 PALAZZO MARINO SALA ALESSI

 
 

DA VIMODRONE VERSO IL 12 OTTOBRE

VIDEO PRC INIZIATIVA PER LA PACE PIAZZA SAN BABILA 14 sett.2013

MILANO - PIAZZA SAN BABILA 14 SETTEMBRE 2013

clicca qui sotto  youtube... NO F 35...

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=6Lw9nAsmiW0


giovedì 26 settembre 2013

29 SETT. 2013 - PRC VIMO IN PIAZZA PER LA COSTITUZIONE E IL LAVORO

Diversi sono i tentativi di manomissione della Carta Costituzionale. Da più parti e anche dal centro sinistra, vengono portati avanti tentativi di stravolgimento in senso presidenziale, che negherebbe alla radice l’impianto costituzionale vigente e in ultima istanza la democrazia nata dalla Resistenza. Stravolgimenti che avverrebbero in un periodo di grande sfacelo morale e istituzionale, con i partiti ridotti a comitati elettorali e vuoti simulacri personali e in un contesto economico sempre più drammatico. Ci sono quindi, tutti gli ingredienti e i rischi di precipitare nell’avventura. La manomissione della Costituzione sarebbe l’ultimo tassello mancante per ricondurre i lavoratori e il conflitto in una cornice semi autoritaria. Il nostro obiettivo è quello di contribuire alla nascita di un largo movimento popolare, intellettuale e unitario, che si ponga l’obiettivo in parlamento di bloccare ogni tentativo di manomissione della costituzione attraverso una costante mobilitazione. Il 12 ottobre a Roma si terrà una MANIFESTAZIONE NAZIONALE proclamata dall’assemblea nazionale svoltasi l’8 settembre (www.costituzioneviamaestra.it), organizzata da costituzionalisti, esponenti della FIOM, EMERGENCY, LIBERA e molte altre associazioni e movimenti. Il PRC di Vimodrone invita tutti/e i/le cittadini/e a sostenere le ragioni e gli obiettivi della iniziativa denominata “La via maestra” e a tal fine organizza per domenica 29 settembre e domenica 6 ottobre 2013 dalle ore 10 alle ore 12 banchetti in piazza per promuoverne i contenuti e la riuscita.

12 OTTOBRE - AGNOLETTO: COSTITUZIONE PIETRA FONDANTE...


12 ottobre. Agnoletto: "Dacci oggi la nostra Costituzione quotidiana"

La Costituzione è la pietra fondante della nostra convivenza democratica. Ma nel difenderla dobbiamo fare attenzione a non essere recepiti come “elitari”: dobbiamo rendere esplicito il collegamento tra la difesa della Carta costituzionale e il diritto al lavoro, all'assistenza sanitaria e all'istruzione. Solo così riusciremo a parlare a quei milioni di italiani che ogni giorno lottano per la sopravvivenza.
“Noi possiamo avere la democrazia, o possiamo avere la ricchezza concentrata nelle mani di pochi; ma non possiamo averle entrambe”, così scriveva Louis Breandeis giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti dal 1916 al 1939.
Una grande e semplice verità, facilmente comprensibile da ciascuno, che restituisce concretezza alla parola democrazia sottraendola a dibattiti spesso astratti e sottomessi alle esigenze contingenti di in una specifica fase politica.
E la Costituzione è la pietra fondante della nostra convivenza democratica.
L’iniziativa del 12 ottobre e il percorso individuato sono quindi utili e necessari, ma dobbiamo fare molta attenzione a non essere vissuti come “elitari”; dobbiamo evitare che i milioni di persone che ogni giorno lottano per la sopravvivenza, per arrivare a fine mese, per pagare l’affitto, le bollette e il muto si sentano estranei a questa battaglia, la vivano come qualcosa di completamente avulsa dalla propria drammatica quotidianità.
Dobbiamo rendere esplicito il collegamento tra la difesa della Carta Costituzionale e il diritto al lavoro, all'assistenza sanitaria e all'istruzione, diritti garantiti dalla Costituzione. Dobbiamo in tutti i modi avere la capacità di rendere comprensibile a chiunque che la lotta per una giustizia sociale fondata sulla redistribuzione delle ricchezze rappresenta la miglior modalità per applicare la Costituzione che, non a caso, ha come riferimenti il diritto al lavoro, alle cure e allo studio.
La nostra campagna in difesa della Carta Costituzionale deve certamente rivolgersi a tutti, ma con la capacità di individuare riferimenti precisi nelle classi subalterne; in poche parole dobbiamo far vivere, alle persone alle quali ci rivolgiamo, la materialità della Costituzione.
Una Costituzione, la nostra, già più volte calpestata: sospesa a Genova in quel drammatico luglio 2001, ignorata dieci anni dopo quando 27 milioni di persone votarono in difesa dell’acqua pubblica e stracciata le tante volte che la nostra bandiera ha sventolato su carri armati e cacciabombardieri.
Il ripudio della guerra è un elemento cardine e oggi più che mai attuale della nostra Carta Costituzionale; sbaglieremmo a ritenere che sia ormai archiviato il rischio di un ulteriore ampliamento del conflitto in Siria e a non considerare come la guerra sia prepotentemente tornata ad essere per molti governanti la continuazione delle politica con altri mezzi. La nostra campagna deve coinvolgere tutto il mondo pacifista e anche i tanti, singoli e associazioni, che si sono mobilitati raccogliendo l’appello del Papa.
Sono tempi difficili, non raramente abbiamo l’impressione che rischi di prevalere una depressione collettiva; i nostri avversari ci descrivono come dei conservatori, isolati, con gli occhi rivolti al passato.
Non perdiamoci d’animo, torniamo con la mente alle parole di Bertolt Brecht nella famosa poesia “A chi esita” “Su chi contiamo ancora? Siamo dei sopravvissuti, respinti via dalla corrente? ……………….. Questo tu chiedi. Non aspettarti nessuna risposta oltre la tua.”
La posta in gioco è grande.
L’appello lanciato da Rodotà, Landini, don Ciotti, Zagrebelsky e Carlassare s’intreccia con la consapevolezza di molti: lo scardinamento dell. art.138 ha l’obiettivo di consegnare il testo Costituzionale alle decisioni delle temporanee maggioranze parlamentari.
Sullo sfondo il timore, non certo infondato, che il governo Letta punti a trasformare l’attuale assetto istituzionale in senso presidenzialista o comunque attraverso un rafforzamento ulteriore dell’esecutivo (le formule utilizzate sono infinite: cancellierato forte, repubblica semipresidenziale ecc.) destinato inevitabilmente ad allontanare ancor più la popolazione dalla partecipazione e ad esasperare la delega e la personalizzazione della politica che in Italia ha già prodotto immensi danni.
Senza pensare a quali rischi esporremmo noi stessi e le future generazioni in un Paese che non è riuscito in vent’anni nemmeno ad approvare una legge sul conflitto d’interesse, pietra d’angolo per evitare una pericolosa concentrazione di potere.

martedì 24 settembre 2013

INTERVISTA A FERRERO SEGRETARIO PRC

Intervista di IntelligoNews a Ferrero: «Letta, curatore fallimentare dell’Italia per conto della Merkel. Renzi cambierà la sinistra in destra»

23 set 2013 • 17:18 Nessun Commentodi Marta Moriconi – intelligonews.it – «La linea della Merkel? La crisi… la facciamo pagare agli altri. L’idea che dobbiamo aspettare il permesso della Merkel, ancora, mi fa rabbrividire». Così il segretario nazionale di Rifondazione Comunista, Paolo Ferrero, commenta le elezioni tedesche prima, poi si scaglia contro il governo delle Larghe Intese nostrano. Poi spiega, conversando con IntelligoNews, chi sono i due più importanti protagonisti dell’attualità politica: Enrico Letta è «il curatore fallimentare dell’Italia per conto della Merkel» e Matteo Renzi colui che contribuirà al «cambiamento genetico della sinistra». La sostanza, per Ferrero, è che i due «sembrano quelli del pentapartito». Parla anche di politica economica, del teatrino di Berlusconi che «ha scelto di non far cadere l’esecutivo» e dell’ultima polemica che coinvolge Stefano Rodotà che «nella storia della Repubblica si è distinto per la lotta al terrorismo, per il rigore morale».

L’aumento dell’Iva potrebbe far cadere il governo. In sostanza il ministro dell’Economia , Fabrizio Saccomanni, è sotto il fuoco “amico” del Pdl, che sostiene il governo Letta. Cosa ne pensa? Troppo tortuoso?

«E’ una grande rappresentazione teatrale, una presa in giro. In realtà Berlusconi ha scelto di non far cadere il governo, e questo perché conviene di più… a lui. Pensa che restando lì abbia un potere di ricatto e comunque un filo di dialogo con il Presidente della Repubblica. Da dirigente del secondo partito della coalizione manterrà così una posizione di potere che non mollerà facilmente».

Ma la politica economica chi la detterà? C’è una sorta di tiro alla fune vinto finora dal Pdl.

«Le politiche che stanno facendo stanno aggravando la situazione economica. Non so chi, ma so cosa dovrebbero fare. Due temi sono urgenti. Primo: la distribuzione del reddito. Il motivo dell’aggravamento della nostra crisi è dato dal crollo dei consumi interni, mentre le esportazioni non sono diminuite. Poi occorre mettere il tetto a stipendi e pensioni d’oro e aumentare quelli dei lavoratori. Fare una tassa sui grandi patrimoni e pensare al reddito sociale per i disoccupati. E si può entrare più nel dettaglio sui fondi pensione. La sostanza è che si bisogna spostare immediatamente 50miliardi dall’alto dal basso. Il governo lo potrebbe fare tranquillamente ed eviterebbe così l’aumento dell’Iva, producendo un circolo di denaro che farebbe sì che la gente possa cambiare il cappotto. Secondo: basta complimenti alla Merkel. Piuttosto l’Italia non dovrebbe più rispettare i trattati che la stanno distruggendo».

Sta chiedendo all’Italia, e quindi a Letta ora, di non rispettare i trattati europei, abbiamo capito bene?

«Certo. Non possiamo sbattere i pugni sul tavolo e fare quello che ci dice la padrona di casa. In questo senso una misura concreta sarebbe quella di obbligare la Banca d’Italia ad intervenire sul nodo dei titoli di Stato. Attualmente paghiamo una vera e grande tassa, inaccettabile, di 90 miliardi all’anno di interessi sul debito. I tassi d’interesse che paghiamo noi sono al 4,5%. La Bce li ha prestati all’1%. C’è uno squilibrio che è pura usura. E la paghiamo per la scelta politica di rispettare i trattati. No a regole assurde».

Enrico Letta lo farebbe? Batterebbe i pugni in Europa per garantire l’Italia?

«E’ il curatore fallimentare dell’Italia per conto della Merkel. E poi c’è Napolitano che invece che mandare il Paese alle elezioni, ha prima messo Monti che ha scardinato tutto, poi le Larghe Intese di Letta. E’ il padre nobile, alla fine, di una porcheria, che è la svendita di ogni sovranità dell’Italia alla Germania che si fa i suoi interessi, al contrario di noi, fino in fondo. La Germania ci guadagna moltissimo».

La vittoria di Angela – quindi – la legge negativamente per l’Italia?

«Sì perché la sua linea è che la crisi la facciamo pagare agli altri. Le lasciano fare quello che vuole e lei è una politica capace, perché non la dovevano rivotare? La cancelliera proseguirà su questa strada che le ha fatto vincere le elezioni. Per noi è un vero disastro. Non è un voto europeista, chi lo dice è un imbecille, perché è il voto dell’egoismo tedesco contro gli altri Paesi dell’Europa. Altro che vittoria della Germania europeista: con Merkel vincono austerity e banche. L’unica buona notizia è l’ottimo risultato che ha ottenuto il partito di sinistra Die Linke».

Rodotà e il messaggio delle nuove Br . Parole «comprensibili» avrebbe dichiarato il professore e il ministro dell’Interno lo ha criticato duramente. Ultimo match: una querela ad Alfano da quanto risulta. Che ne pensa?

«La mia più grande solidarietà umana e politica a Rodotà. E’ stato volutamente equivocato, gli hanno affibbiato un pensiero che non è suo. Rodotà, come noi, ha sempre combattuto le Br. C’è stata una strumentalità pazzesca del ministro degli Interni. Fa bene Rodotà a querelare. Stiamo parlando di una persona che nella storia della Repubblica si è distinto per la lotta al terrorismo, per il rigore morale… Oramai c’è un degrado della politica tale, che si cerca a tutti i costi di distruggere l’altro. E’ una macchina del fango continua».

Letta bis con M5S e Sel, Pd e forse qualche eventuale pidiellino “eretico”. Questo ‘bis’ le piacerebbe di più dell’originale? O ne sarebbe una replica?

«Dipende da cosa si metterebbero a fare. Se faranno una tassa sui grandi patrimoni, aumenteranno gli stipendi e le pensioni, poi via i cacciabombardieri e la Tav inVal di Susa, lo troverei positivo un Letta bis. Sarebbe una risposta alla domanda di cambiamento emersa alle ultime elezioni. Se hanno buon senso e rovesciano le cose, allora applaudirei. L’idea che dobbiamo aspettare il permesso della Merkel, ancora, mi fa rabbrividire. Per me domani mattina dovrebbe cadere questo governo e se ne venisse uno nuovo, capace di adottare misure urgenti di giustizia sociale, ne sarei contento».

Tra Renzi, Cuperlo e Civati, chi vede meglio come segretario del Pd?

«Non entrerò nelle discussioni degli altri partiti. L’unica cosa che vi posso dire è che penso che Renzi sia portatore di un indirizzo politico di destra, che nulla ha a che vedere con la sinistra. Si figuri come vedo la sua proposta dei mini-job, misura contro i giovani e per pagarli con stipendi da fame. Matteo assomiglia come comunicazione a Berlusconi, come contenuti sta lavorando ad un cambiamento genetico della sinistra. Letta è democristiano, il segretario sarà democristiano, faccio notare al Pd che sembrano quelli del pentapartito. La loro proposta politica è alternativa alla nostra: noi poniamo il tema del cambiamento delle politiche economiche e sociali».

lunedì 23 settembre 2013

La Germania va con l'austerity della Merkel. Ma la Linke fa sperare

La Germania va con l'austerity della Merkel. Ma la Linke fa sperare “Tutti i politici italiani che in questi mesi ci hanno raccontato che con le elezioni tedesche sarebbe cambiato tutto sono serviti: La Merkel ha vinto e non cambierà nulla della sua sciagurata politica economica. L’unico segnale positivo delle elezioni tedesche è l’ottimo risultato della Linke che con oltre l’8% diventa il terzo partito tedesco, l’unico partito contro l’austerità e le politiche della Merkel. L’unica alternativa in Europa è la Sinistra Europea, di cui fanno parte la Linke, Syriza, il Front de gauche. Per questo Rifondazione Comunista – che fa parte della Sinistra Europea – lavora per costruire anche in Italia una sinistra unita che faccia riferimento alla Sinistra Europea”.

giovedì 19 settembre 2013

LA SINISTRA IN ITALIA E IN EUROPA

LA SINISTRA IN ITALIA E IN EUROPA Sinistra, il partito preso e quello da prendere Seminario internazionale del Prc sulla forma partito. Venerdì a Roma con Ferrero ed esponenti di Pcf, Syriza, Linke, Alba e Attac «Rifondazione comunista aderisce convintamente e parteciperà alla manifestazione del prossimo 12 ottobre per la difesa e l'attuazione della Costituzione, per il lavoro, lanciata da Rodotà, Landini, Carlassare, Ciotti, Zagrebelsky. Invitiamo tutte e tutti alla più larga mobilitazione: scendere in piazza per riaffermare la "via maestra" e cioè la centralità della Carta e del lavoro in Italia, contro questo governo delle larghe intese che attacca la Costituzione e i diritti del lavoro, è sempre più necessario. Invitiamo a diffondere tutti i materiali dell'iniziativa». http://www.costituzioneviamaestra.it Rifondazione comunista si dà gambe per l'autunno quando - intrecciato con le mobilitazioni sociali - si terrà il congresso del partito nato 22 anni fa dalla scissione dei settori del Pci che rifiutarono la svolta della Bolognina. Le recenti sconfitte elettorali hanno indotto il Prc a preparare un congresso nazionale anche attraverso una serie di seminari sui temi fondamentali per il rilancio della rifondazione comunista (crisi, Europa, società ecc...). E' su questa scia l'appuntamento di venerdì, alla vigilia di un comitato politico nazionale: un seminario organizzato dalla Sinistra Europea e da Rifondazione comunista, con esponenti da tutt'Europa (dalle 10 alle 16, alla Sala delle Colonne della Camera dei Deputati, via Poli 19, Roma). «L'iniziativa - spiega Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista - nasce per riflettere sulle forme attraverso cui si può organizzare un'efficace organizzazione politica, a livello italiano ed europeo, contro le politiche di austerity. Vogliamo ridefinire uno spazio politico di sinistra, forme di partecipazione e organizzazione collettive che superino sia la solitudine delle persone che subiscono la crisi che la deriva plebiscitaria degli uomini della provvidenza». Al dibattito interverranno, tra gli altri: Gilles Garnier del Parti communiste français, Heinz Bierbaum della Linke tedesca, Vassili Primikiris di Syriza, il professor Michele Prospero, Giuliana Beltrame per Alba (Alleanza Lavoro Beni comuni Ambiente), Marco Bersani di Attac, Roberto Musacchio per Altramente. Concluderà Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista.

venerdì 13 settembre 2013

FERMIAMO LA GUERRA! MILANO P.ZA S. BABILA ORE 15 DEL 14-09-2013

FERMIAMO LA GUERRA. SABATO 14 SETTEMBRE MILANO P.ZZA SAN BABILA ore 15.00 – NO F35. CAMBIAMOGLI ROTTA NO agli F35. Facciamo cambiare rotta al Governo!
RINUNCIAMO a una flotta di aerei mal funzionanti e dei quali ci sfugge la reale necessità....
FACCIAMO RISPARMIARE SUBITO al Paese DIECI MILIARDI DI EURO.
RESTITUIAMO questo denaro al sociale, alla scuola, alla cultura, all’occupazione.
FACCIAMO BENE I CONTI: con la somma necessaria a pagare un bombardiere e mezzo si finanzia l’intera spesa sociale di un Comune come quello di Milano per un anno.
Queste le poche parole ma ben dette, di convocazione della manifestazione indetta per Sabato 14 settembre ore 15.00 in P.zza San Babila.
Una manifestazione promossa da un ampio arco di forze, associazioni e personalità (Coordinamento La Pace in Comune, Forum Terzo Settore Città di Milano, Franco Bomprezzi , Alessandro Capelli, Don Virginio Colmegna , Lella Costa , Paolo Limonta, Pierfrancesco Majorino , Diego Parassole, Sabina Siniscalchi , Gino Strada , Cecilia Strada , Francesco Vignarca, CnCa Lombardia, Auser Milano, Arci Milano, Acli Milano e Monza Brianza, ArticoloQuattro, Mondo Senza Guerre, Centro Internazionale Helder Camara, AceA onlus, Altropallone Asd onlus, SEL Milano, CAIM, SIPEM SOS LOMBARDIA, Rifondazione Comunista Milano, e molti altri…)
Consideriamo importante che le associazioni, i partiti e singoli cittadini uniscano i loro sforzi per richiedere la riduzione degli armamenti a favore di nuove risorse per il welfare e per una politica di pace.

giovedì 12 settembre 2013

MODIFICHE ALLA COSTITUZIONE: UN SALTO NEL BUIO

MODIFICHE ALLA COSTITUZIONE: UN SALTO NEL BUIO Diversi sono i tentativi di manomissione della Carta Costituzionale. Da più parti e anche dal centro sinistra, vengono portate avanti tentativi di stravolgimento in senso presidenziale, che negherebbe alla radice l’impianto costituzionale vigente e in ultima istanza la democrazia nata dalla Resistenza. Stravolgimenti che avverrebbero in un periodo di grande sfacelo morale e istituzionale, con i partiti ridotti a comitati elettorali e vuoti simulacri personali e in una contesto economico sempre più drammatico. Ci sono quindi, tutti gli ingredienti e i rischi di precipitare nell’avventura. La manomissione della Costituzione sarebbe l’ultimo tassello mancante per ricondurre i lavoratori e il conflitto in una cornice semi autoritaria. Il nostro obiettivo è quello di contribuire alla nascita di un largo movimento popolare, intellettuale e unitario, che si ponga l’obiettivo in parlamento di bloccare ogni tentativo di manomissione della costituzione attraverso una costante mobilitazione. Lavoreremo anche perché la Milano del 25 aprile e della Liberazione, divenga il centro motore di questa mobilitazione. ASSEMBLEA DIBATTITO VENERDÌ 13 SETTEMBRE ORE 18 BIBLIOTECA CENTRALE VILLA DE’ PONTI MM RONDO’ – SESTO SAN GIOVANNI (MILANO) con MARIA GRAZIA CAMPARI giurista del lavoro ALDO GIANNULI docente di Storia contemporanea DOMENICO GALLO magistrato, consulente della Corte di Cassazione introduce PIETRO COMI Prc Sesto SG conclude MATTEO PRENCIPE Segr. Fed. Milano PRC

martedì 10 settembre 2013

12 OTTOBRE A ROMA PER DIFENDERE E APPLICARE LA COSTITUZIONE


Il 12 Ottobre a Roma per difendere la Costituzione (e non solo) di Alfonso Gianni – Mentre da Cernobbio il premier Letta mandava a dire che tutti coloro che difendono il testo costituzionale sono dei conservatori, si teneva a Roma un’affollatissima assemblea per denunciare il carattere anticostituzionale delle modalità con le quali la maggioranza di governo si appresta a modificare la Costituzione in punti delicatissimi. Letta dice che chi non vuole modificare nulla è contro la riduzione dei parlamentari e la revisione del bicameralismo perfetto. Bugia grossolana. Le forze che hanno organizzato l’assemblea romana da tempo si sono pronunciate a favore di quello che un famoso costituzionalista definì “una manutenzione intelligente della Costituzione”. Fanno testo dichiarazioni e atti parlamentari da almeno trenta anni a questa parte. Personalmente feci parte della commissione diretta da Aldo Bozzi agli inizi degli anni Ottanta (gli atti sono a disposizione di tutti): si possono trovare miei interventi e di altri ben più autorevoli parlamentari a favore del monocameralismo e quindi della riduzione del numero dei parlamentari. In realtà oggi la posta in gioco è tutt’altra, come Letta ben sa. L’attuale maggioranza vuole una svolta in senso presidenzialista della forma di stato e quindi intende procedere in fretta e furia, calpestando i tempi previsti dall’attuale articolo 138. Si tratta del più grave e ambizioso attacco ai fondamenti della nostra Costituzione. Non è vero che non verrebbero toccati i principi fondamentali contenuti nella prima parte. Non solo il Partito democratico si è dimostrato già disponibile in questa direzione, ma in ogni caso è inevitabile che i diritti contenuti nella prima parte vengano compressi o del tutto pregiudicati da modifiche degli istituti previsti nella seconda parte, che li dovrebbero attuare. Per questo l’appuntamento che l’assemblea si è data – una grande manifestazione popolare a Roma il 12 ottobre – diventa un punto di riferimento per tutte le forze democratiche. Nelle sue conclusioni Landini ha fatto una dichiarazione impegnativa: la manifestazione si terrà in ogni caso. In altri termini non saranno eventuali crisi di governo o altre vicende connesse all’attuale quadro politico a fermare l’iniziativa. Comincia a prendere corpo nel nostro paese un vero e proprio sommovimento democratico che fa della difesa della Costituzione il proprio perno. Non è la prima volta. Già nel 2006 i cittadini italiani, superando persino un quorum che in quel caso non è richiesto, bocciarono il premierato voluto dalle destre sul finire della legislatura. Ma la cosa rimase lì, anche perché ci si illuse che la risicata vittoria elettorale di Prodi potesse seppellire ogni tentativo di quel tipo. Non è stato così, anche per l’attiva partecipazione del Partito democratico a modifiche regressive del testo costituzionale, come si è già visto nel caso della costituzionalizzazione del pareggio di bilancio ottenuta durante il governo Monti con la modifica dell’articolo 81 della Costituzione. Né si può pensare che la attuale Presidenza della Repubblica, come hanno detto diversi interventi nell’assemblea, possa essere considerata un valido baluardo contro modifiche negative del testo costituzionale. La parola torna ai cittadini quindi. Tra il 2 giugno, giorno della riuscita manifestazione bolognese e la grande assemblea odierna, sono apparsi diversi articoli e prese di posizione. Ne voglio ricordare in particolare uno di Stefano Rodotà comparso su Repubblica. In quell’articolo agostano il giurista inseriva un elemento nuovo e importante nella discussione. Pur respingendo l’interpretazione che l’insieme delle forze che hanno dato vita a quegli appuntamenti vogliano creare un nuovo partito – semplificazione giornalistica molto in voga – affermava che bisogna dare vita a un nuovo spazio politico. Il che implica, in primo luogo, che gli spazi politici finora esistenti sono o chiusi o insufficienti ad accogliere istanze di cambiamento nelle politiche istituzionali e sociali che si inseriscano nel solco costituzionale. Conseguentemente, e in secondo luogo, non si può ridurre la discussione a una cassa di risonanza del congresso del Partito democratico. In terzo luogo che non basta pensare di unire i movimenti che si sviluppano nel sociale, anche perché questi sono spesso giustamente gelosi della loro parzialità, ma che la dimensione politica è indispensabile. Su queste tematiche c’è molto da lavorare a sinistra. Non basta qualche autocritica sul passato da parte di gruppi dirigenti della sinistra antagonista. Né la corsa a salire sul carro del vincitore Renzi da parte di altri (il trasformismo in un partito o in una coalizione sola, si potrebbe dire rubando l’efficace definizione a Marco Revelli). Bisogna invece dare voce e forza a quella sinistra diffusa che, oltre a essere protagonista quotidiana di tante lotte sul piano sociale e democratico, è anche produttrice di un pensiero alternativo a quello dominante su come affrontare da ogni versante la grave crisi che l’Italia e l’Europa stanno vivendo. Il 12 ottobre significherà anche questo.

sabato 7 settembre 2013

NO ALLA GUERRA

 
La scelta di Letta di firmare il documento di appoggio agli USA è gravissima: schiera l’Italia a fianco degli USA che vogliono aggredire la Siria, senza il mandato del Parlamento e senza dignità. Il cerchiobottismo di questo governo che digiuna con il Papa contro la guerra e firma i documenti degli USA che promuovono la guerra è infatti semplicemente vergognoso. Letta in questo modo si rende corresponsabile dell’aggressione statunitense nei confronti della Siria e mette a rischio la vita dei nostri soldati che fanno parte della forza di pace nel Sud del Libano. Il Parlamento italiano se ha un minimo di dignità sconfessi Letta, come il Parlamento inglese ha sconfessato Cameron. La pace si prepara con azioni di pace, non firmando documenti che favoriscono chi vuole la guerra.
 

mercoledì 4 settembre 2013

LETTERA DI INIZIO ANNO ALLA MINISTRA CARROZZA



LETTERA DI INIZIO ANNO ALLA MINISTRA CARROZZA Fonte: IL MANIFESTO – Autore: Giuseppe Caliceti Gentile ministro Carrozza, le scrivo perché un anno scolastico è finito da poco e un altro, tra poco, comincerà. Come sempre sui giornali in questo periodo c'è l'articolo di costume sulla scuola. L'inizio dell'anno scolastico è sempre un avvenimento. Comunque, nonostante i tanti tagli al personale e ai fondi per la formazione e la ricerca, anche quest'anno cominceremo e questa, di questi tempi, è già una buona notizia. Gentile Carrozza, continua la campagna denigratoria nei confronti dei docenti italiani di ogni ordine e grado. Nonostante siano i meno pagati d'Europa. Si parla di aumentare le ore di docenza frontale sulla classe da 18 a 24 ore. E di tagliare le ferie un po' a tutti per recuperare ore da richiedere poi ai docenti per coprire le supplenze. Perché una cosa ormai è chiara: se un docente si ammala, lo stato non è disposto più a pagare altre ore per un supplente. Restano perciò dubbi sul pagamento del diritto alle ferie del personale precario per la scuola, che l'Unione Europea continua a condannare. Perché? Ci viene ripetuta una cosa: che bisogna ulteriormente risparmiare. Sempre sulla pelle degli studenti. E sulla nostra. Ma bisogna farlo con stile. Salvaguardando la qualità. Anzi, possibilmente incrementandola. Non è possibile? Allora si faccia almeno un po' di buon marketing nei confronti dell'«utenza», dei «clienti» della «scuola-azienda»: i genitori degli studenti della scuola pubblica. Cara Carrozza, parliamo di soldi prima di riempirci la bocca con tante altre parole come è stato fatto in questi anni. Perché senza soldi è ridicolo parlare di incremento della qualità. La vera qualità è il rapporto tra numero dei docenti e numero degli studenti, e qui le classi continuano a essere sempre più numerose. Non va bene. Sempre a proposito di soldi: quando e come verrà rinnovato il contratto collettivo nazionale del comparto scuola fermo dal 2009? Il mondo è andato avanti alla velocità della luce, ma le retribuzioni sono bloccate: le retribuzioni del personale scolastico vedono gli scatti di anzianità ancora sospesi. Si parla di riformarli: come? Si dice «secondo la produttività» del singolo lavoratore: può spiegare, per favore, cosa intende per maggior produttività di un docente? E con la sicurezza delle scuole, siamo a posto? Con quanti alunni per classe? E in caso di infortuni agli studenti, di chi è la colpa? Come lei sa, signora Carrozza, la nostra scuola è stata trasfigurata dai processi di aziendalizzazione e razionalizzazione, che nella pratica hanno significato solo pesantissimi tagli. È veramente impensabile oggi dare più risorse alla scuola, assegnare maggiore importanza al ruolo degli insegnanti, ridurre il numero di alunni per classe ed evitare assolutamente un aumento delle ore di insegnamento? Da un'indagine realizzata dalla Swg per la Gilda degli Insegnanti, emerge che il problema ritenuto più importante riguarda le scarse risorse destinate alla scuola (78% «molto importante» e 17% «abbastanza importante»), seguito dalla scarsa importanza sociale di cui gode la categoria («molto importante» 71%, «abbastanza importante» 23%). Al terzo posto, il numero eccessivo di alunni per classe (rispettivamente 70 e 24%); subito dopo gli stipendi troppo bassi e l'inadeguatezza delle strutture e il degrado degli ambienti. Un'ultima cosa: le prove Invalsi. Sono giudicati dal 78% dei docenti non utili per la valutazione delle scuole. E non tanto, come si dice, perché i docenti sono refrattari a essere giudicati ma perché ancora nessuno ha detto chiaramente cosa si intende per merito di un docente. Non vorremmo che, come accadde per alcune categorie lavorative - i soldati, i religiosi, i burocrati, eccetera, - un certo grado di obbedienza acritica e servilismo possa essere considerata come criterio di merito per una professione come quella del docente. Quando si afferma di voler legare le progressioni di carriera e di retribuzione anche a fattori legati al merito, riducendo la rilevanza del parametro anzianità, occorre chiarire nei particolari cosa si intende per merito o il discorso è vuoto.

Grazie per le visite!
banda http://www.adelebox.it/