martedì 25 giugno 2013

PER USCIRE DALLA CRISI, SERVE UNA RIVOLUZIONE NON VIOLENTA

Per uscire dalla crisi, serve una rivoluzione non violenta


La situazione del paese, a causa delle politiche economiche praticate dal governo italiano su indicazione dell’Europa, è semplicemente drammatica. Disoccupazione, precarietà, la gente che non arriva a fine mese. Monti prima e Letta poi ci avevano spiegato che questa situazione era passeggera in quanto “il risanamento dei conti pubblici” avrebbe largamente compensato questi sacrifici. La prova fornita era l’abbassamento dello spread, cioè degli interessi che l’Italia paga sul debito pubblico. In questi giorni sta cadendo anche questa giustificazione. Lo spread sta risalendo e le borse stanno crollando. Questo perché la discesa dello spread nulla ha a che vedere con l’azione del governo quanto piuttosto con l’acquisto da parte della BCE dei titoli di stato e l’immissione sul mercato di enormi quantità di denaro a basso costo da parte degli USA e del Giappone. Si dà il caso però che la Federal Reserve degli USA ha annunciato che stringerà i cordoni della borsa: ecco perché i tassi di interesse sono schizzati in alto. Visto che nulla è stato fatto per mettere sotto controllo la speculazione, è molto probabile che nei prossimi mesi riprenderà la speculazione e ci chiederanno altri sacrifici. Parallelamente il governo ci spiegherà che ci vuole più Europa e che deve convincere la Merkel a fare politiche a favore dell’occupazione. E’ del tutto evidente che si tratta di balle spaziali che danno modo agli speculatori di continuare a rubare soldi dalle tasche dei lavoratori e dei pensionati per trasferirle nelle loro, attraverso alti tassi di interesse. Bisogna smetterla di aspettare Godot, bisogna fare una rivoluzione non violenta per uscire dalle politiche di austerità. Per questo è necessario disobbedire ai trattati europei e fare subito un piano per il lavoro in Italia. Non possiamo continuare ad impiccarci con le nostre stesse mani per far piacere a Merkel: disobbedire ai trattati e mettere al centro dell’azione politica la costruzione di due milioni di posti di lavoro è un obiettivo necessario e realizzabile. E’ l’obiettivo della nostra azione politica: la piena sovranità del popolo italiano sulle condizioni della propria esistenza.

Paolo Ferrero

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