FERRERO: PROPONIAMO UNA MOBILITAZIONE NAZIONALE CONTRO IL GOVERNO
E’ una vergogna che Berlusconi pensi di proseguire dopo la palese crisi morale e politica del suo esecutivo.
L’unica misura di igiene in una situazione di questo tipo sono le elezioni immediate per ridare la parola al popolo.
Riteniamo completamente sbagliata la proposta di andare alle elezioni con uno schieramento che comprenda il polo di centro e cioè Fini.
Questa proposta avanzata prima da D’Alema e poi da Vendola con ogni evidenza produrrebbe un impresentabile inciucio senza principi.
Non si saprebbe nemmeno se questo schieramento è per salvaguardare la Costituzione o per modificarla, o che tipo di legge elettorale e di politiche economiche proporrebbe.
Noi ribadiamo che la strada maestra è quella di andare alle elezioni con una alleanza tra Pd, Sel, Idv e Federazione della Sinistra, per dar vita ad una legislatura di salvaguardia e sviluppo della Costituzione, con la cancellazione delle leggi vergogna e con la definizione di un esecutivo a cui – come abbiamo già detto – non siamo interessati a partecipare.
Proponiamo quindi alle forze di sinistra e centrosinistra di convocare per il 17 marzo una mobilitazione nazionale contro il governo, per le elezioni e per la difesa dei diritti sociali a partire dalla difesa del Contratto nazionale di lavoro.
Intervista a Paolo Ferrero PRC
da il Riformista di sabato 19 febbraio 2011
«Il patto a Vendola lo offro io – dica no a Fini, il Pd ci seguirà»
«Nichi sbaglia. Sel, l’Idv e la Federazione devono dire no alla grande alleanza con Fini. Il Pd cambierebbe subito idea»: il segretario di Rifondazione Paolo Ferrero, che fa parte del coordinamento della Federazione, non ha digerito l’apertura di Nichi Vendola al progetto democrat che mette insieme tutti, da Fli all’estrema sinistra, per battere Silvio Berlusconi.
Perché Vendola sbaglia?
Non si sa su cosa si crea questa santa alleanza. Il copyright è di Massimo D’Alema che pensava a una legislatura che modificasse la Costituzione. Un errore madornale, perché la Carta va difesa, salvaguardata e realizzata. Ma faccio un esempio più concreto. Fini è un iperliberista: che tipo di politica economica proporrebbe quest’alleanza? Il risultato sarà che si perderanno voti sia a destra sia a sinistra. Un dato non sfuggito a Casini che si è già tirato indietro. A mio avviso, c’è un errore di fondo: il progetto non è finalizzato alla costruzione della sinistra, bensì piegato ai giochi interni al centrosinistra, che vedono il Pd protagonista. Come testimonia la proposta di Rosy Bindi presidente del Consiglio. Idea degnissima, per carità, ma in realtà è solamente un giochino tattico.
Che propone, allora?
Vendola, Di Pietro e noi dovremmo dire con una sola voce che no, con Fini non si va, a costo di andar da soli. Il Pd cambierebbe linea dopo due minuti. La proposta della grande alleanza è già finita. Per battere Berlusconi, basta fare uno schieramento di sinistra. La strada di Vendola e D’Alema, non è una via obbligata.
Ne ha parlato con il leader di Sel?
Non ce n’è stata occasione. E mi preme sottolineare che queste manovre di Palazzo non indeboliscono Berlusconi, anzi. Il nostro punto politico dovrebbe essere: come lo facciamo cadere? Io a Nichi propongo di proporre con noi al Pd una grande manifestazione nazionale delle opposizioni, per il 17 marzo, a rappresentare che l’Unità d’Italia è anche l’unità dei diritti civili e sociali che vogliamo mettere al centro della nostra politica. In questi mesi abbiamo visto in piazza operai, studenti, donne. Mancavano i partiti a raccogliere questa domanda. Dobbiamo incalzare il Pd a farlo con uno sviluppo lineare, con un patto tra le forze di centrosinistra e la nostra gente.
Insomma, il problema è Fini.
È evidente. Fini è lo stesso di Genova, è stato al Governo con Berlusconi e ha votato tutte le sue leggi, dal collegato lavoro alle leggi vergogna ad personam. Sia ben chiaro: io sono contento che Fini si sia separato dal presidente del Consiglio, è un evento di interesse strategico per la democrazia. Ma Fli non è un alleato possibile. Al pari, ben venga la nascita del Terzo polo, presupposto per mettere in discussione il bipolarismo devastante che ha consentito, da Tangentopoli in poi, di ridurre ulteriormente il rapporto con l’elettorato, e che ha permesso a Berlusconi di costruire il suo regime mediatico e populista.