SAB. 12 DIC. 1969-2009: ORE 15 PIAZZA MISSORI
APPELLO
La situazione politica italiana ci pare preoccupante.
Emergono e prendono corpo fenomeni negativi, tutti con una valenza, attualmente o potenzialmente, antidemocratica.
Il catalogo è eterogeneo, ma univoco nel segnare un indirizzo lesivo di diritti civili e di garanzie democratiche, tanto da profilare chiaramente una situazione di emergenza per la democrazia.
Leggi apertamente xenofobe, discriminatorie e razziste.
Aggressioni allo stato di diritto, alla divisione dei poteri e all’indipendenza della magistratura.
Discredito sulle istituzioni rappresentative e di garanzia.
Deformazione della prassi legislativa con il ricorso ordinario alla decretazione di urgenza e alla insistita reiterazione dei voti di fiducia.
Frequenti attacchi alla Costituzione giudicata obsoleta, prodotto di un’epoca tramontata, inidonea a costituire un valido patto sociale, bisognosa di cambiamenti radicali da perseguirsi unilateralmente.
Manomissione e tentata cancellazione delle garanzie della contrattazione sindacale.
Esorbitante controllo sui mezzi di informazione e di formazione della pubblica opinione.
Pesanti limitazioni della libertà e del diritto all’informazione.
Sospensione della funzione giurisdizionale mediante una legislazione di immunità ad personam.
Misconoscimento dei diritti soggettivi costituzionalmente garantiti attraverso la loro subordinazione a principi ideologici confessionali.
Iniziative legislative volte a equiparare le parti antagonistiche nella lotta di liberazione nazionale, a svalutare la Resistenza come fondamento del patto costituzionale.
ll tutto cementato dalla cialtronesca cultura berlusconiana dell'apparenza, della superficialità, della furbizia e della gigioneria.
La cultura della solidarietà sociale, del valore dello studio e della cultura e della scienza, del rispetto del lavoro, viene irrisa.
Occorre aggiungere altri aspetti più generali e, per questo, forse ancor più preoccupanti: la trasformazione della politica in spettacolarizzazione sempre più escludente una partecipazione attiva dei cittadini, e al contempo la sua sempre più accentuata personalizzazione leaderistica che ha assunto toni spesso parossistici.
Per questo vogliamo ricordare, a noi prima di tutto, quanto preziosa e insostituibile sia la partecipazione e la mobilitazione politica a sostegno dei valori democratici.
Vogliamo ricordare come la mobilitazione e partecipazione popolari, del movimento degli studenti, del movimento operaio e delle organizzazioni dei lavoratori, del movimento delle donne e dei giovani, degli intellettuali democratici abbia in passato costituito un argine e garantito la tenuta democratica contro le tentazioni e i tentativi antidemocratici che hanno insanguinato il paese per un non breve periodo.
Stragismo di Stato e complotti fascisti hanno trovato allora una barriera invalicabile innanzitutto nella mobilitazione e nelle lotte di massa di studenti, operai , intellettuali, giovani e donne.
Nelle settimane successive a piazza Fontana, in un clima cupo e pieno di paura, con le forze della sinistra paralizzate e timorose, fu la mobilitazione popolare orgogliosa e coraggiosa lo strumento decisivo della tenuta democratica.
Per questo ci rivolgiamo a chi, come noi, ha partecipato e contribuito a quelle lotte , a quelle mobilitazioni, a quel pervadente impegno politico, per chiedere di sostenere questo appello, per riutilizzare forze ed energie che tuttora esistono, ma che spesso sono parcellizzate e isolate, per sollecitare un nuovo improrogabile impegno democratico.
E lo chiediamo a tutti, a chiunque si sia riconosciuto allora in quell’impegno, al di là delle specifiche e particolari appartenenze e collocazioni di un tempo, convinti delle insidiose tendenze che affiorano e che spesso non trovano un ‘adeguata risposta per le difficoltà (e talvolta le inadeguatezze) delle forze di sinistra.
Pensiamo abbia un senso partire da chi, pur variamente, ha condiviso quelle esperienze per potere poi collegarci e collaborare fattivamente con tutte quelle realtà, che fortunatamente già esistono, di diversa provenienza e formazione impegnate sullo stesso fronte di difesa della democrazia e della Costituzione.
Facciamo del 12 dicembre 2009, a 40 anni dalla strage, un grande giorno di mobilitazione per la difesa della democrazia e della Costituzione.
Emergono e prendono corpo fenomeni negativi, tutti con una valenza, attualmente o potenzialmente, antidemocratica.
Il catalogo è eterogeneo, ma univoco nel segnare un indirizzo lesivo di diritti civili e di garanzie democratiche, tanto da profilare chiaramente una situazione di emergenza per la democrazia.
Leggi apertamente xenofobe, discriminatorie e razziste.
Aggressioni allo stato di diritto, alla divisione dei poteri e all’indipendenza della magistratura.
Discredito sulle istituzioni rappresentative e di garanzia.
Deformazione della prassi legislativa con il ricorso ordinario alla decretazione di urgenza e alla insistita reiterazione dei voti di fiducia.
Frequenti attacchi alla Costituzione giudicata obsoleta, prodotto di un’epoca tramontata, inidonea a costituire un valido patto sociale, bisognosa di cambiamenti radicali da perseguirsi unilateralmente.
Manomissione e tentata cancellazione delle garanzie della contrattazione sindacale.
Esorbitante controllo sui mezzi di informazione e di formazione della pubblica opinione.
Pesanti limitazioni della libertà e del diritto all’informazione.
Sospensione della funzione giurisdizionale mediante una legislazione di immunità ad personam.
Misconoscimento dei diritti soggettivi costituzionalmente garantiti attraverso la loro subordinazione a principi ideologici confessionali.
Iniziative legislative volte a equiparare le parti antagonistiche nella lotta di liberazione nazionale, a svalutare la Resistenza come fondamento del patto costituzionale.
ll tutto cementato dalla cialtronesca cultura berlusconiana dell'apparenza, della superficialità, della furbizia e della gigioneria.
La cultura della solidarietà sociale, del valore dello studio e della cultura e della scienza, del rispetto del lavoro, viene irrisa.
Occorre aggiungere altri aspetti più generali e, per questo, forse ancor più preoccupanti: la trasformazione della politica in spettacolarizzazione sempre più escludente una partecipazione attiva dei cittadini, e al contempo la sua sempre più accentuata personalizzazione leaderistica che ha assunto toni spesso parossistici.
Per questo vogliamo ricordare, a noi prima di tutto, quanto preziosa e insostituibile sia la partecipazione e la mobilitazione politica a sostegno dei valori democratici.
Vogliamo ricordare come la mobilitazione e partecipazione popolari, del movimento degli studenti, del movimento operaio e delle organizzazioni dei lavoratori, del movimento delle donne e dei giovani, degli intellettuali democratici abbia in passato costituito un argine e garantito la tenuta democratica contro le tentazioni e i tentativi antidemocratici che hanno insanguinato il paese per un non breve periodo.
Stragismo di Stato e complotti fascisti hanno trovato allora una barriera invalicabile innanzitutto nella mobilitazione e nelle lotte di massa di studenti, operai , intellettuali, giovani e donne.
Nelle settimane successive a piazza Fontana, in un clima cupo e pieno di paura, con le forze della sinistra paralizzate e timorose, fu la mobilitazione popolare orgogliosa e coraggiosa lo strumento decisivo della tenuta democratica.
Per questo ci rivolgiamo a chi, come noi, ha partecipato e contribuito a quelle lotte , a quelle mobilitazioni, a quel pervadente impegno politico, per chiedere di sostenere questo appello, per riutilizzare forze ed energie che tuttora esistono, ma che spesso sono parcellizzate e isolate, per sollecitare un nuovo improrogabile impegno democratico.
E lo chiediamo a tutti, a chiunque si sia riconosciuto allora in quell’impegno, al di là delle specifiche e particolari appartenenze e collocazioni di un tempo, convinti delle insidiose tendenze che affiorano e che spesso non trovano un ‘adeguata risposta per le difficoltà (e talvolta le inadeguatezze) delle forze di sinistra.
Pensiamo abbia un senso partire da chi, pur variamente, ha condiviso quelle esperienze per potere poi collegarci e collaborare fattivamente con tutte quelle realtà, che fortunatamente già esistono, di diversa provenienza e formazione impegnate sullo stesso fronte di difesa della democrazia e della Costituzione.
Facciamo del 12 dicembre 2009, a 40 anni dalla strage, un grande giorno di mobilitazione per la difesa della democrazia e della Costituzione.
Vittorio Agnoletto, medico - Dario Fò, attore - Franca Rame, attrice - Luca Cafiero, docente universitario - iulio Leghissa, medico - Beppe Liverani, editore - Carlo Monguzzi, consigliere regionale Lombardia - Basilio Rizzo, consigliere comunale Milano - Alfonso Rombolà, libero professionista - Gino Strada, chirurgo di Emergency - Franco Calamida, giornalista - Paolo Gentiloni, parlamentare - Alfonso Gianni, parlamentare - Emilio Molinari, presidente sezione italiana contratto mondiale sull’acqua - Guido Pollice presidente di vas verde ambiente e soc. e della green cross italia - Milli Moratti, consigliere comunale Milano
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