mercoledì 28 ottobre 2009
Caterpillar schiaccia Rapisarda
28 ottobre
I lavoratori della Rapisarda di Cernusco S/N sono in presidio dal 2 ottobre davanti allo stabilimento dopo la decisione improvvisa della Caterpillar di chiudere lo stabilimento lasciando a casa tutti i 128 dipendenti.
Oggi attorno alle 16:00 in seguito all'incontro avuto con la proprietà che ha chiuso ogni trattativa, sono saliti sul tetto della fabbrica una trentina di operai e vi resteranno finchè non vengono accolte le loro richieste.
I lavoratori sul tetto hanno bisogno in questo momento di coperte per trascorrere la notte e della solidarietà di tutti quelli che hanno un po' di tempo a disposizione da trascorrere al presidio permanente davanti allo stabilimento sulla Strada Statale Padana Superiore, 49 a Cernusco.
APPELLO PER MANIFESTAZIONE UNITARIA CONTRO POLITICHE DEL GOVERNO BERLUSCONI
Ottobre 27, 2009
A tutti i partiti politici dell’opposizione
Ai sindacati
Alle associazioni
Alla società civile
La crisi economica sta determinando una sofferenza sociale sempre maggiore. L’aumento della precarietà, la perdita di posti di lavoro, salari e pensioni con cui si fatica ad arrivare a fine mese sono il panorama comune a tutto il Paese. Il Governo invece di intervenire per risolvere questa situazione la aggrava con tagli alla spesa sociale e all’istruzione, con la compressione di salari e pensioni di cui l’attacco al contratto nazionale di lavoro è solo l’ultimo atto. Inoltre, questo Esecutivo si adopera a fomentare la guerra tra i poveri con provvedimenti razzisti e xenofobi sull’immigrazione.
Come se non bastasse, il Governo ha varato provvedimenti come lo scudo fiscale che legalizzano l’evasione fiscale e il malaffare, ha stanziato una quantità enorme di denaro per le banche, per l’acquisto di cacciabombardieri e per grandi opere inutili come il ponte sullo stretto di Messina.
Il Governo contribuisce, quindi, ad aggravare la crisi, difende i poteri forti e parallelamente si adopera per demolire la democrazia italiana portando a compimento la realizzazione del piano della P2 di Licio Gelli. Le proposte di manomissione della Carta Costituzionale si accompagnano ad una quotidiana azione di scardinamento della Costituzione materiale, al tentativo di mettere il bavaglio alla libera informazione, di limitare l’autonomia della Magistratura, di snaturare il ruolo del sindacato e di ridurre al silenzio i lavoratori.
Per contrastare quest’operazione che è allo stesso tempo antidemocratica, fascistoide e socialmente iniqua, riteniamo necessario costruire una risposta politica generale, forte e unitaria. Siamo impegnati a costruire un’opposizione di massa per ripristinare la democrazia nel paese e nei luoghi di lavoro e che obblighi il Governo a cambiare la politica economica e sociale. Ecco perché chiediamo le dimissioni di Berlusconi anche alla luce della sua manifesta indegnità morale a ricoprire l’incarico di Presidente del Consiglio.
E proponiamo a tutte le forze di opposizione di convocare per il prossimo 5 dicembre una manifestazione unitaria contro la politica del Governo e per le chiedere le dimissioni del Presidente del Consiglio.
Antonio Di Pietro Paolo Ferrero
martedì 27 ottobre 2009
CARITAS: POVERTA' IN AUMENTO RICHIESTE DI AIUTO + 20%
DATI CARITAS, FAMIGLIE IN SALITA? NO, A PRECIPIZIO. DATI DEL RAPPORTO CARITAS AGGHIACCIANTI. INTERVENIRE SUBITO.
Ottobre 2009
I dati sulla povertà diffusi dalla Caritas italiana confermano che siamo in una fase di crisi economica e sociale senza precedenti, dal dopoguerra ad oggi.
Una fase in cui aumentano drammaticamente le persone e le famiglie povere e quelle a rischio povertà.
Una fase in cui un Governo irresponsabile non fa nulla per invertire tale tendenza allarmante, limitandosi al contrario ad elargire elemosina con la social card e a rimpinguare le casse delle banche.
Per noi le famiglie non sono “in salita”, come recita il titolo del rapporto presentato dalla Caritas insieme alla Fondazione Zancan, ma in un vero e proprio precipizio, causato da salari e pensioni bassi, mancanza di servizi sociali adeguati, soprattutto al Sud, ulteriormente smantellati dai tagli pesanti dello stesso Governo alle Politiche sociali.
Per combattere la povertà, sia assoluta che relativa, è necessario avviare una reale ridistribuzione del reddito e del benessere attraverso l’istituzione del salario sociale, il blocco dei licenziamenti, l’aumento di salari e pensioni, il superamento della precarietà, il rafforzamento del sistema dei servizi sociali finalizzato a ridare centralità alla persona e a favorirne l’inclusione sociale.
lunedì 26 ottobre 2009
Milano, 45enne muore sotto suo tir all'Esselunga di Via Washington ma il punto vendita non si ferma
Milano, 45enne muore sotto suo tir
Stava scaricando merce in supermercato
Un autotrasportatore di 45 anni è morto dopo essere stato schiacciato dal suo camion, mentre stava scaricando alcune merci nel magazzino dell'Esselunga di via Washington a Milano. Impiegato nelle operazioni di carico e scarico della merce, l'uomo è stato travolto dal mezzo pesante, che ha iniziato improvvisamente a muoversi all'indietro schiacciandolo contro un muro. Sull'incidente indagano i carabinieri.
Al momento non è ancora chiaro per quali motivi il camion abbia iniziato ad arretrare, uccidendo l'autotrasportatore. Sul posto sono subito intervenuti gli uomini del 118, ma per l'uomo non c'è stato nulla da fare. Il 45, infatti, è morto sul colpo. L'incidente sul lavoro è avvenuto nel parcheggio del supermercato Esselunga di via Washington, a Milano.
Di fronte alla morte dell'ennesimo lavoratore, il punto vendita non ha sospeso la vendita neppure dietro pressione dei rappresentanti della RSU
lunedì 19 ottobre 2009
CONVEGNO SU ROSA LUXEMBURG
CONVEGNO
LA ROSA D’INVERNO
L’attualità di Rosa Luxemburg
"Là dove ci sono grandi cose, là dove il vento soffia sul volto, voglio stare nel pieno del temporale...della routine quotidiana ne ho abbastanza..."
Rosa Luxemburg a Klara Zetkin, Wronke, 1 luglio 1917, contro ogni burocratismo.
1.Milano - sabato 24 ottobre 2009 ore 9.30-17
Sala degli Affreschi della Provincia – Corso Monforte 35
ore 9.30-13
seminario di approfondimento
coordina Giorgio Riolo
interventi di
Lidia Menapace – Chi ha paura di Rosa Luxemburg?
Rosangela Pesenti - Da Rosa a noi: il personale è politico
Luisa Zanotelli e Maria Grazia Francescati – La lettera come comunicazione politica
Imma Barbarossa - “Il socialismo non si fa per decreto”
Giovanna Capelli – Rosa Luxemburg e la rivoluzione
Jörn Schütrumpf (direttore Dietz Verlag Berlin) – Rosa Luxemburg in Germania
Sonia Previato - Rosa Luxemburg e la vitalità del conflitto
Pasquale Voza – Tra spontaneità e direzione consapevole: la presenza di Rosa in
Gramsci
ore 13-14 pausa
ore 14-16 Tavola Rotonda
Rosa Luxemburg e i problemi del nostro tempo
coordina Imma Barbarossa
partecipano
Paolo Ferrero, Jörn Schütrumpf, Lidia Menapace
segue dibattito
organizzano
Forum delle Donne Prc-Se, Area della conoscenza del Prc-Se, Associazione Culturale Punto Rosso, Fondazione Rosa Luxemburg – Berlino
in collaborazione con Gruppo Consigliare Lista Civica Un'Altra Provincia-Prc-Pdci
Gli organizzatori invitano tutti a partecipare alla marcia per il lavoro della Cgil che si terrà a Milano nel pomeriggio di sabato 24 ottobre.
INTERVISTA A FERRERO
Intervista a Paolo Ferrero di Checchino Antonini
Di assalti e vie d'uscita. Assalti alla Costituzione, alla Fiom, alle pensioni, alla Giustizia. La crisi, vista da questo scorcio d'autunno, appare a Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, come «l'incrocio di due questioni: la pesantezza della situazione economica, una vera crisi di sistema, e il tentativo di Berlusconi di uscire dal quadro democratico sancito dalla Costituzione. Insomma, non esiste alcun "new deal" all'orizzonte, nessuna idea di qualificazione del modello di sviluppo e di innalzamento dei salari. La risposta del governo alla crisi è fatta di aumento della precarietà, bassi salari, ricatto del lavoro nero e uso dello Stato per fare soldi. Penso alle grandi opere, alle privatizzazioni delle municipalizzate. Nel 1929 negli Usa si rispose col new deal, il nuovo corso, mentre i fascismi in Europa attuarono politiche di compressione dei salari e della democrazia, degli spazi del sindacato. Anche oggi governo e confindustria spingono verso l'impoverimento del Paese. Di questo sfondamento complessivo ci parla l'attacco alla Fiom. Poi c'è la tendenza del berlusconismo di chiudere definitivamente il secondo dopoguerra. A destra, per la prima volta, è chiara un'ipotesi politica eversiva per cambiare tutto dopo un lungo lavoro di revisionismo. Quello che arriva oggi è, concretamente, il piano della P2. La Seconda Repubblica è stata solo una transizione, qui c'è l'idea di un cambio di regime».
Una tendenza di cui fa parte anche Fini?
Fini è oggi la destra che vuole stare dentro il quadro costituzionale.
E Berlusconi?
Quello di Berlusconi è un piano eversivo in cui si intrecciano gli attacchi alla Costituzione e al sindacato di classe e alla contrattazione collettiva. I due processi si incrociano e si sostengono a vicenda. Infatti, se impoverisci il Paese è difficile pensare di governarlo in forme democratiche. L'obiettivo è quello di una gestione autoritaria della frantumazione sociale, dell'imbarbarimento che produce. Razzismo e omofobia servono a creare una cultura a supporto della gestione autoritaria. E il mito della delega plebiscitaria serve a ricomporre quello che il razzismo ha disgregato. Lo diceva Louis Althusser, l'ideologia è uno dei livelli in cui si esercitano i conflitti, ed in particolare il conflitto di classe, è forza materiale, cambia le cose. E la destra berlusconiana ha un programma sociale, uno politico e un'ideologia forte.
Eppure la bocciatura del lodo Alfano sembrava aver inceppato il cammino del premier.
Invece, proprio come la crisi, lo obbliga a un'accelerazione, a una radicalizzazione a destra, perché ora, per tutelarsi, deve smontare un intero sistema. E' quello che succede con lo scarso consenso per la missione in Afghanistan che li obbliga ad accentuare i toni dello scontro di civiltà, lì con le armi, qui con le leggi sull'immigrazione. Il punto di cemento di quel blocco sono gli interessi di Berlusconi sulla giustizia e quelli della Lega sul federalismo. Fini, per ora, non sembra in grado di fare la differenza.
Ma è un quadro che può saltare?
Solo se ci sarà un'iniziativa sociale e politica molto forte. Berlusconi, infatti, regge benissimo la polemica con Franceschini e Di Pietro perché gli sono speculari. E regge benissimo gli attacchi di Repubblica . Altra cosa è la contraddizione sociale, la costruzione certosina di movimento, nelle scuole, in fabbrica, tra i precari. Quello gli fa male. Berlusconi ha smesso di fare i bagni di folla da Viareggio, da quando prende fischi. Se il popolo lo fischia il suo progetto populista non funziona. Il conflitto è il vero meccanismo di rottura dell'agenda politica. Come alla Innse, come stanotte all'Agc di Cuneo: la lotta paga ma ancora manca un'iniziativa generale, che metta assieme la forza. Occorre stimolare e curare la nascita e lo sviluppo di lotte specifiche, di resistenza, da cui partire per costruire un movimento generale su democrazia e uscita dalla crisi. La Fiom sta facendo cose egregie, il nostro appoggio è totale. Ma insisto col dire che la Cgil manca di iniziativa: non basta una manifestazione, occorre costruire una vertenza generale, come fu il "piano del lavoro" di Di Vittorio, perché la crisi non la paghino solo i lavoratori. Serve discontinuità rispetto alle logiche difensive. E c'è un deficit totale dell'opposizione parlamentare. Pd e Idv non sono portatori di un disegno alternativo a quello di Confindustria.
Eppure si fa un gran parlare della svolta "operaista" di Di Pietro.
Di Pietro riesce a stare dalla parte dei lavoratori senza essere contro i padroni. Anche la sua è una forma populista.
Insomma, una certa disponibilità al conflitto esiste. Il Prc è stato tra i metalmeccanici, con i precari della scuola, sui tetti, tra i migranti contro il razzismo, con il mondo glbtq. Cosa propone però Rifondazione a proposito del salto di qualità che evocavi?
Propongo a tutte le forze dell'opposizione una manifestazione che dica "Via Berlusconi, democrazia nel Paese e nei luoghi di lavoro, giustizia sociale". E' una proposta che serve a "stanare" i partiti, per organizzare una massa critica, e fuoriuscire dal battibecco perdente con Berlusconi. Questione sociale e questione democratica non possono essere separate e non deve passare l'idea che quella sociale sia un sottoinsieme della questione democratica. Più è forte l'attacco sulle questioni di vita, più i ceti popolari - senza un'organizzazione collettiva - diventano massa di manovra per un'ipotesi populista su cui s'è costruito un immaginario preciso. Basta discutere di escort, stiamo lavorando per costruire le condizioni di una larga mobilitazione unitaria.
Tra le urgenze c'è anche quella di una fuoriuscita dal bipolarismo. Su questo esiste una interlocuzione con settori del Pd?
Certo, ma di questo è bene parlarne dopo il 25. La proposta che avanziamo è di separare il problema della sconfitta delle destre da quello del governo del Paese. Noi dobbiamo battere Berlusconi, che per smontare la democrazia, il sindacato e i diritti produce razzismo, omofobia, un Paese dove la gente si odia, una guerra civile strisciante in cui hanno sdoganato il peggio del "cattivismo". Però sappiamo che il centrosinistra non è autonomo dal progetto di Confindustria e quindi non si può governare con loro. Sconfiggere il bipolarismo vuol dire operare per la sconfitta di Berlusconi senza farsi arruolare per governare con Casini. Per questo proponiamo un accordo per battere Berlusconi, finalizzato ad una legge elettorale proporzionale e sul conflitto di interesse, senza un accordo di governo. Abbiamo bisogno che l'antiberlusconismo non si arruoli nel "partito di Repubblica".
Tutto ciò non può succedere senza Rifondazione e una sinistra d'alternativa.
Bisogna dire che ha funzionato il nostro lavoro "in basso a sinistra": il partito sociale, le brigate di solidarietà, il mutualismo, l'internità ai movimenti, da L'Aquila a Ponteranica fino al corteo di oggi, passando per i tetti delle fabbriche in crisi. Ora è il momento della Federazione della sinistra d'alternativa. Dallo scioglimento del Pci la nostra è una storia di scissioni, dai comunisti democratici del '94 fino ai verdi ieri. Tutto ciò ha minato radicalmente la nostra credibilità. La Federazione, al contrario, apre un processo di aggregazione. Sarà decisivo che non sia la costituzione di un partito, come Sinistra e libertà che, mettendo assieme tutti, liberisti e antiliberisti, comunisti e anticomunisti, senza un'ipotesi forte, finora ha prodotto solo scissioni. Ha spaccato noi, i verdi, i socialisti. La Federazione vuol dire che ti metti d'accordo sull'essenziale, sulla costituzione di una forza di alternativa strategica alle socialdemocrazie, autonoma dal Pd. Che non vuol dire che non puoi mai fare accordi ma che sei tu a stabilirne le condizioni, che non sei la sinistra del Pd. La Federazione sarà una forza anticapitalista, femminista, ecologista in continuità con la storia della sinistra di questo Paese. E' il contrario dell'impostazione occhettiana. L'idea che bisogna distruggere per ricostruire è nichlista. Il progetto di SeL, mi pare che mostri elementi di crisi. Noi gli proponiamo, come anche ai compagni di Sinistra critica e del Pcl, la Federazione come spazio pubblico della sinistra d'alternativa, autonomo dalla socialdemocrazia come la Linke.
Ma se non è un partito, che cos'è?
Una Federazione di partiti, organizzazioni, comitati, singole persone. Guardiamo all'America Latina: Rifondazione Comunista resta ma in un contesto di relazioni stabili, nella federazione. Lì sono nati, e hanno vinto, fori sociali, fronti uniti dove coesistono tendenze diverse. Alla fine di novembre ci sarà l'assemblea che darà vita al processo costituente della Federazione, sarà aperta alle associazioni, ai territori, ad altri soggetti. I soci fondatori (Prc, Pdci, Socialismo 2000 e Lavoro/solidarietà) non ne definiscono il perimetro, sono solo quelle che innestano un processo che deve incrociare le reti di movimento e dell'associazionismo che sono più ampie delle forze organizzate dei partiti. Sarà un processo aperto e che durerà un anno. Da gennaio, inoltre, uscirà la rivista "per la rifondazione comunista" e sarà diretta da Lidia Menapace. Servirà a contribuire a decolonizzare l'immaginario da Berlusconi, a dire che chi è ricco non ha ragione e chi è povero non ha colpa. E se lotta sta facendo la cosa giusta.
Intanto, però, in primavera ci saranno le regionali.
La crisi cambia tutto e mettiamo al centro del nostro progetto le politiche regionali per l'occupazione, il rilancio della sanità pubblica e l'ambiente, contro il nucleare. Il governo dirà solo dopo le elezioni dove intende costruire le nuove centrali per questo è necessario che le Regioni si dichiarino contrarie subito. Accanto a questo vi è la questione morale (con punti di degrado del centrosinistra che non sono più tollerabili) sia l'urgenza dell'ampliamento delle forme della democrazia, a livello regionale, contro il bipolarismo. Per quanto riguarda la presentazioni, a partire dalla lista unitaria delle europee proponiamo di lavorare per evitare la frantumazione della sinistra di alternativa. In questa situazione è decisivo che i voti di sinistra non vadano dispersi e si dia un segno di forza e di speranza.
lunedì 12 ottobre 2009
17 OTTOBRE 2009 MANIFESTAZIONE NAZIONALE ANTIRAZZISTA
17 OTTOBRE 2009 MANIFESTAZIONE NAZIONALE ANTIRAZZISTA
Il 7 ottobre del 1989 centinaia di migliaia di persone scendevano in piazza a Roma per la prima grande manifestazione contro il razzismo. Il 24 agosto dello stesso anno a Villa Literno, in provincia di Caserta, era stato ucciso un rifugiato sudafricano, Jerry Essan Masslo.
A 20 anni di distanza, il razzismo non è stato sconfitto, continua a provocare vittime e viene alimentato dalle politiche del governo Berlusconi. Il pacchetto sicurezza approvato dalla maggioranza di centro destra risponde ad un intento persecutorio, introducendo il reato di “immigrazione clandestina” e un complesso di norme che peggiorano le condizioni di vita dei migranti, ne ledono la dignità umana e i diritti fondamentali.
Questa drammatica situazione sta pericolosamente incoraggiando e legittimando nella società la paura e la violenza nei confronti di ogni diversità. Intanto, nel canale di Sicilia, ormai diventato un vero e proprio cimitero marino, continuano a morire centinaia di esseri umani che cercano di raggiungere le nostre coste.
E’ il momento di reagire e costruire insieme una grande risposta di lotta e solidarietà per difendere i diritti di tutte e tutti rifiutando ogni forma di discriminazione e per fermare il dilagare del razzismo.
Pertanto facciamo appello a tutte le associazioni laiche e religiose, alle organizzazioni sindacali, sociali e politiche, a tutti i movimenti a ogni persona a scendere in piazza il 17 ottobre per dare vita ad una grande manifestazione popolare in grado di dare voce e visibilità ai migranti e all’Italia che non accetta il razzismo sulla base di queste parole d?ordine׃
No al razzismo
Regolarizzazione generalizzata per tutti
Abrogazione del pacchetto sicurezza
Accoglienza e diritti per tutti
No ai respingimenti e agli accordi bilaterali che li prevedono
Rottura netta del legame tra il permesso di soggiorno e il contratto di lavoro
Diritto di asilo per rifugiati e profughi
Chiusura definitiva dei Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE)
No alla contrapposizione fra italiani e stranieri nell’ accesso ai diritti
Diritto al lavoro, alla salute, alla casa e all’istruzione per tutte e tutti
Mantenimento del permesso di soggiorno per chi ha perso il lavoro
Contro ogni forma di discriminazione nei confronti delle persone gay, lesbiche, transgender.
A fianco di tutti i lavoratori e le lavoratrici in lotta per la difesa del posto di lavoro
lunedì 5 ottobre 2009
IL 9 OTTOBRE CON LE LAVORATRICI E I LAVORATORI METALMECCANICI!
IL 9 OTTOBRE CON LE LAVORATRICI E I LAVORATORI METALMECCANICI!
SIAMO TUTTI SULLO STESSO TETTO!
In tutto il paese le lavoratrici e i lavoratori lottano con fatica e determinazione per mantenere il posto di lavoro. Arrampicati sui tetti o sulle gru come alla INNSE per far sentire la propria voce. Lotte difficili ma che possono vincere. Lotte dure per impedire che la più grave crisi mondiale del dopoguerra, provocata da anni di riduzione del salario, precarietà del lavoro, attacco ai diritti sociali, venga fatta pagare nuovamente a chi non può arricchirsi speculando.
Il Governo non solo non fa niente per rispondere alla crisi, ma con l’accordo separato sulla contrattazione, sottoscritto con Confindustria, Cisl, Uil e Ugl, vuole peggiorare ancora di più la vita delle lavoratrici dei lavoratori. I salari dovrebbero diventare ancora più bassi, il contratto collettivo derogabile per poter avere le mani libere su orari, carichi e condizioni di lavoro, la libertà di contrattazione sarebbe impedita da ogni sorta di limitazione.
L’accordo separato vuole distruggere l’autonomia del sindacato. Si vuole che il sindacato non sia più il rappresentante dei lavoratori, ma il gestore insieme alle imprese di intere parti di servizi sociali – dalla sanità alla istruzione – che il Governo e Confindustria vogliono privatizzare.
L’accordo separato attacca la democrazia: milioni di lavoratrici e lavoratori dovrebbero sottostare ad un accordo che i firmatari non hanno voluto sottoporre al loro voto.
Federmeccanica, Fim e Uilm vogliono ora imporre le regole dell’accordo separato sulla contrattazione alle lavoratrici e ai lavoratori metalmeccanici, disdettando il contratto in vigore, senza che le lavoratrici e i lavoratori abbiano potuto votare lsulle piattaforme.
Per questo la lotta della FIOM contro l’accordo separato e per la sola piattaforma sottoposta al voto dei lavoratori è di tutte e tutti.
E’ LA LOTTA PER IL SALARIO, I DIRITTI DEL LAVORO, LA DIFESA DEL WELFARE, LA DEMOCRAZIA.
Rifondazione Comunista sostiene le richieste della Fiom: il blocco dei licenziamenti e delle delocalizzazioni; l’estensione a tutte/i degli ammortizzatori sociali; le richieste di aumenti salariali e la defiscalizzazione degli aumenti del CCNL.
Rifondazione Comunista si batte per un Piano per il Lavoro e l’Ambiente.
La crisi non è finita come dice il Governo, ma rischia oggi di produrre i più gravi danni alla struttura produttiva e all’occupazione. Solo con un’altra idea di sviluppo, con nuove politiche industriali che usino razionalmente le risorse e l’energia, rilancino i beni comuni e rispondano a bisogni sociali insoddisfatti, si può rispondere alla crisi economica, ambientale e climatica, salvaguardare l’occupazione e creare nuovo lavoro di qualità. Si può costruire il futuro.
ANCHE PER QUESTO I METALMECCANICI SCIOPERANO, RIFONDAZIONE COMUNISTA E’ CON LORO.
IL 9 OTTOBRE CON LE LAVORATRICI E I LAVORATORI METALMECCANICI!
giovedì 1 ottobre 2009
PER IL DIRITTO DI “SAPERE” - Manifestazione per la libertà d’informazione il 3 ottobre a Roma, Piazza del Popolo, ore 15.30
L’informazione e la scuola, pilastri di ogni democrazia, oggi nel nostro paese sono sotto scacco e subiscono un attacco violento della destra.
Il governo Berlusconi vuole un paese ignorante, un paese in cui l’accesso ai saperi sia privilegio di pochi, ponendo il sistema dell’informazione sotto il controllo diretto dei “soliti” poteri forti e al servizio della propaganda di governo; scendiamo in piazza per difendere la libertà di informazione e il diritto ad essere informati!
Per tutelare la professionalità dei giornalisti e di decine di migliaia di insegnanti precari ridotti a mera merce e licenziati da un governo che in questo modo sferra un attacco gravissimo alla scuola pubblica.
Per la libertà di informazione dei giornali, della televisione pubblica, della rete web, per essere liberamente informati e per la difesa del sapere, contro ogni bavaglio e la svendita della scuola pubblica
E’ NECESSARIO LOTTARE PER DIFENDERE GLI SPAZI DI DEMOCRAZIA GARANTITI DALLA COSTITUZIONE.
SE NON ORA QUANDO?
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