martedì 23 giugno 2009
APPELLO DEGLI OPERAI DELLA INNSE DI MILANO
Da più di un anno resistiamo alla chiusura della fabbrica. Presidiamo lo stabilimento giorno e notte sabato e domenica compresi. Siamo stati licenziati, messi in mobilità, ma non ci siamo arresi, finché c’è la fabbrica e ci sono gli operai c’è la possibilità di riprendere il lavoro.
Tutti dicono che i posti di lavoro non vanno cancellati, si fanno belli parlando delle politiche attive del lavoro, dimostrino cosa sono capaci di fare.
Noi, come operai dell’Innse, abbiamo dimostrato lavorando, gestendo direttamente la produzione contro la decisione del padrone di cessare l’attività, che la fabbrica funzionava e funziona. Lo abbiamo fatto da giugno a settembre dello scorso anno, finché su ordine del magistrato siamo stati messi fuori dalla fabbrica, ci siamo accampati in portineria e da quel giorno non siamo andati più via.
Diversi acquirenti si sono proposti per acquisire la fabbricama il vecchio padrone aveva altri interessi, in accordo con l’immobiliare voleva ripulire il capannone e vendersi tutte le macchine. Per un anno ha tentato e ritentato di smontare il macchinario, si è fatto scortare dalle forze dell’ordine, fino a far picchiare a manganellate gli operai che si opponevano. Da quel giorno tutti hanno capito che le istituzioni non potevano perdere la faccia per un rottamaio del genere e gli hanno consigliato di calmarsi.
Ma non è servito, ha iniziato col vendersi quattromacchine ed ha mandato il nuovo padrone con l’ufficiale giudiziario per iniziare a smontarle. Li abbiamo respinti. Ha preso in giro anche coloro che stanno ai diversi livelli istituzionali e che stanno cercando una soluzione per riprendere la produzione in Innse.
Naturalmente il decreto di smontaggio è finito nelle mani di prefetto e questura e tocca a loro decidere quando e come con la forza lo attueranno. In questa situazione, operai della Provincia di Milano vi chiediamo un aiuto diretto, la nostra unica forza è il numero. Noi siamo decisi a non far mettere mano sul macchinario finché è aperta la porta di una ripresa della fabbrica ma da soli non possiamo farcela.
Centinaia di operai sui cancelli, il giorno del prossimo colpo dimano, convinceranno tutti che è meglio desistere da questa prova di forza.
Operai delle fabbriche della provincia di Milano, vi chiediamo il sostegno diretto perché siamo convinti che la lotta della Innse non è solo la nostra lotta, è la lotta di tutti gli operai che sono stati buttati in mezzo alla strada, di tutti quegli operai che ricattati hanno subito la chiusura delle loro fabbriche ma non si sono rassegnati.
Se l’Innse resiste tutti possono resistere, e noi possiamo resistere solo con il vostro sostegno.
Gli operai della Innse
INNSE, SI PREPARA NUOVO INTERVENTO POLIZIA CONTRO GLI OPERAI. IL PRC INTERVIENE
Dichiarazione di Luciano Muhlbauer, Capogruppo regionale Prc-Se
Il Prc scrive al vicepresidente Rossoni: "intervenga su Prefetto e questura"
All’Innse di via Rubattino, a Milano, c’è il concreto rischio di un nuovo intervento violento contro gli operai che da oltre un anno presidiano la fabbrica per difenderne l’attività produttiva e i posti di lavoro. Potrebbe essere questione di giorni, se qualche istituzione di peso non interviene per fermare questa follia.
Perciò, oggi abbiamo scritto una lettera al Vicepresidente e Assessore al Lavoro regionale, Gianni Rossoni, chiedendogli formalmente che “intervenga con urgenza sui responsabili dell’ordine pubblico al fine di scongiurare ogni intervento violento contro le maestranze e il conseguente smantellamento del sito produttivo”.
Il Sig. Genta, proprietario dello stabilimento, ha rifiutato categoricamente e ostinatamente ogni soluzione prospettatagli dalle istituzioni, la Regione in primis, che garantisse la continuità produttiva dell’Innse, la cui produzione dispone peraltro di un mercato di sbocco accertato. Egli, infatti, ha preferito un modo molto più semplice, sebbene poco limpido, di realizzare un significativo guadagno economico per se stesso: vendere i costosi macchinari dello stabilimento.
Un affarone, senza ombra di dubbio. Quando l’azienda era in amministrazione straordinaria, Genta aveva infatti acquistato la fabbrica a prezzi stracciati, 750mila euro, entrando in possesso di macchinari che sul mercato valgono molti milioni di euro. E allora, perché perdere tempo con il rilancio dell’attività produttiva, come peraltro si era impegnato a fare?
Ora gli acquirenti dei macchinari chiedono l’assistenza della forza pubblica per entrarne in possesso. In altre parole, chiedono che la polizia picchi gli operai, come già accadde il 10 febbraio scorso, per poter smantellare una fabbrica sana e in grado di produrre. Una prospettiva semplicemente inaccettabile, che farebbe prevalere l’interesse di un singolo sull’interesse pubblico.
Il governo regionale ha l’autorità sufficiente per fermare questo scempio e per rilanciare una soluzione positiva, cioè la ripresa dell’attività produttiva dell’Innse.
Chiediamo semplicemente che la usi. E con urgenza.
Milano, 23 giugno 2009
lunedì 22 giugno 2009
REFERENDUM: FERRERO, ITALIANI HANNO SEPOLTO BIPARTITISMO
"Il referendum e' fallito grazie alla consapevole scelta dell'elettorato italiano, che ha scelto in massa di astenersi. L'ipotesi bipartitica era gia' stata sepolta una prima volta dalle urne 15 giorni fa con il voto alle europee, oggi viene seppellita dall'astensione sul referendum". Lo dice il segretario di Rifondazione comunista, Paolo Ferrero, che aggiunge: "Ora pero' si tratta di fare un'altro importante passo in avanti, e cioe' di cambiare la 'legge porcata' con la quale si va a votare alle politiche, uscendo definitivamente dai disastri della Seconda Repubblica, disastri che sono conseguenza anche di quella sciagurata legge elettorale. Come Rifondazione comunista proponiamo un sistema elettorale alla tedesca, e cioe' una legge elettorale proporzionale con sbarramento e con la reintroduzione delle preferenze. Sulla base di questa proposta chiediamo a tutte le altre forze politiche di confrontarsi e discutere".
venerdì 19 giugno 2009
martedì 16 giugno 2009
BALLOTTAGGIO PROVINCIALI E REFERENDUM – LA COALIZIONE ALTERNATIVA
(Lista civica un'AltraProvincia, PRC e PdCI) dichiara: "Il nostro elettorato deciderà in piena autonomia"
Milano 15 giugno 2009. Si è tenuto nel pomeriggio di oggi a Milano unincontro della coalizione alternativa (Lista civica un'Altra Provincia, PRCe PdCI) che ha sostenuto la candidatura di Massimo Gatti alla presidenzadella Provincia di Milano.Al termine della riunione i rappresentanti della coalizione hannodichiarato congiuntamente: "La nostra coalizione sì è presentata alle elezioni provinciali di Milanocon il candidato presidente Massimo Gatti e con un progetto alternativo ediverso rispetto al centrodestra di Podestà e a Penati.Il consenso ricevuto dalle elettrici e dagli elettori che si sonoriconosciuti nel nostro programma ci permetterà di proseguire nella societàe all' opposizione in consiglio provinciale, le battaglie perl'affermazione dei contenuti che ci hanno caratterizzato, a partire dalladifesa dei beni comuni e dall'affermazione di una nuova etica pubblica.Ringraziamo le elettrici e gli elettori per il sostegno che ci hannofornito.Domenica 21 e lunedì 22 giugno i cittadini saranno nuovamente chiamati avotare per il ballottaggio, che non vede tra i contendenti il nostrocandidato presidente e pertanto la nostra campagna elettorale è terminatacol primo turno.Data la natura di una consultazione elettorale particolare come quella delballottaggio, il nostro elettorato, che è noto per non votare a destra,saprà assumere la propria decisione in piena autonomia.Per quanto riguarda invece il referendum, che tende ad estremizzare unbipartitismo bocciato dal risultato elettorale riducendo gli spazi didemocrazia, la nostra indicazione alle elettrici e agli elettori è di nonvotare nessuno dei tre quesiti referendari."
lunedì 15 giugno 2009
Facciamo fallire il referendum sulle elezioni
Il 21 giugno saremo chiamati a votare, ancora una volta, su referendum elettorali. Certo, condividiamo il diffuso giudizio negativo sulle leggi vigenti per le elezioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica. Queste leggi espropriano le elettrici e gli elettori del diritto di scegliere i propri rappresentanti. Oggi non sono gli elettori e le elettrici a scegliere i parlamentari, questi sono nominati dai capi-partito.
L'attuale sistema elettorale andrebbe trasformato radicalmente, per assicurare alle Assemblee elettive il pluralismo delle forze politiche e la massima rappresentatività del popolo italiano.
A tutt'altro, invece, mirano i quesiti del referendum del 21 giugno, che non riguardano il sistema delle liste bloccate e dunque le confermano. Il vero risultato giuridico del referendum sarebbe quello di consegnare il paese al solo partito che avesse un voto in più di ciascun altro, attribuendogli più della maggioranza assoluta dei seggi in Parlamento: con appena il 30 per cento o il 20 per cento dei voti avrebbe il 54per cento dei seggi alla Camera. Inoltre dal Senato sarebbero escluse tutte le liste che non raggiungessero l'8 per cento.
Con la vittoria dei sì, si avrebbero un premio di maggioranza e una soglia di sbarramento enormi, senza precedenti nella storia istituzionale italiana e in quella di ogni paese civile.
Con tre quesiti, che modificano ben 67 punti delle due leggi elettorali, oscuri nella formulazione ma chiari nella finalità di manipolare il sistema di voto, si vuole imporre il bipartitismo coatto, al di là dell'effettiva volontà dei cittadini.
Con la vittoria dei sì, si impedirebbe qualsiasi ulteriore riforma elettorale.
Con la vittoria dei sì, sarebbe confermato un sistema che trasforma una minoranza elettorale in stragrande maggioranza parlamentare (tale da poter agevolmente cambiare la Costituzione a suo piacimento), e che ingigantisce il potere del capo di tale arbitraria maggioranza.
Un siffatto sistema elettorale viola la Costituzione, e deve essere rifiutato: il referendum deve fallire, attraverso la non partecipazione al voto o il rifiuto della scheda, per impedire la cancellazione della democrazia parlamentare e per rendere possibile una riforma elettorale che restituisca la parola ai/alle cittadini/e.
venerdì 12 giugno 2009
GAP VIMO - VIMODRONE – sab. 13 e dom. 14 giugno 2009 – PASTA RISO 1 €/KG…e LISCIVA…
Le compagne e i compagni dei GAP e di PUNTO ROSSO di Vimodrone sabato 13 giugno e domenica 14 giugno saranno presenti alla manifestazione “Culture in festa” organizzata dal comune di Vimodrone con un proprio gazebo contro il carovita denunciando le speculazioni sui generi di prima necessità, chiedendo il prezzo politico per i generi alimentari di largo consumo, l'aumento di salari e pensioni, l'allargamento degli ammortizzatori sociali per tutti.
Con la distribuzione di pasta di Benevento e Riso del Parco Sud (*) a 1 euro al kg.,….e…LISCIVA (il DETERSIVO che LAVA e non INQUINA) a 1,60 € al Kg., vogliamo dimostrare che volendo i prezzi possono essere calmierati.
Gruppo di Acquisto Popolare e Associazione Culturale PUNTO ROSSO
PUNTO ROSSO e G.A.P. VIMO
(*)
La riseria del Parco Sud dalla quale ci riforniamo lavora un prodotto di agricoltori locali.
Distribuire il riso del PARCO AGRICOLO
SUD DI MILANO (buono e a prezzo competitivo) serve anche per salvaguardare la produzione agricola locale e quindi a tutelare dall’ aggressione immobiliarista
giovedì 11 giugno 2009
Dalla lista anticapitalista e comunista al progetto politico di aggregazione della sinistra di alternativa
INCONTRO TRA RIFONDAZIONE COMUNISTA – PDCI – SOCIALISMO 2000
Nota stampa dell'ufficio stampa del Prc-Pdci-Socialismo 2000
Oggi si è costituito il Coordinamento della lista anticapitalista e comunista formato da Paolo Ferrero, Oliviero Diliberto e Cesare Salvi.
Nella riunione si è deciso di rendere stabile il coordinamento, confermando la volontà di proseguire il lavoro comune che ha dato vita alla lista: l’obiettivo è la costruzione di un polo politico dei comunisti e della sinistra, rivolto a tutte le culture critiche, autonomo dal Partito Democratico, che abbia al centro l’estensione dei diritti dei lavoratori, la tutela dell’ambiente, la pace, la democrazia e quindi l’opposizione intransigente alle politiche del governo Berlusconi e della Confindustria. Nei prossimi giorni si terranno incontri con esponenti di forze politiche, culturali e sociali per verificare la possibilità di allargare l’esperienza della lista anticapitalista e comunista al fine di dar vita ad un processo di aggregazione della sinistra di alternativa.
venerdì 5 giugno 2009
INGRAO - APPELLO PER VOTO A LISTA COMUNISTA E ANTICAPITALISTA...
C'è Pietro Ingrao come primo firmatario. E poi molti altri tra i quali il fisico Carlo Bernanrdini, lo psichiatra Luigi Cancrini, lo scrittore Massimo Carlotto, i preti don Franzoni e don Gallo, il costituzionalista Gianni Ferrara, il cantante e attore Massimo Ranieri, il poeta Edoardo Sanguineti, il disegnatore Vauro, …
Sono infatti oltre 200 gli esponenti del mondo della cultura, della scienza, dello spettacolo, della società civile e del mondo del lavoro che hanno firmato l'appello "Se sei di sinistra, dillo forte", appello che chiede un voto per la lista comunista e anticapitalista formata da Prc, Pdci, Socialismo 2000 e Consumatori uniti per le prossime elezioni europee.
Di seguito un passaggio delle motivazioni dell'appello: "Sosteniamo la lista anticapitalista e comunista per mantenere aperta la strada dell’alternativa, in Italia e in Europa. Un voto utile per proporre un’uscita da sinistra dalla crisi, per rafforzare un’ipotesi di ricostruzione della sinistra basata sulla connessione fra diversi soggetti del conflitto e culture critiche, fra vertenze territoriali e movimenti globali, fra ambiente e lavoro, fra uguaglianza e libertà: una sinistra che non abbia rinunciato ad elaborare un pensiero forte dalla parte dei deboli, alla sfida per l’egemonia e la costruzione di un nuovo senso comune".
Primo firmatario dell'appello è Pietro Ingrao. Tra gli altri hanno sottoscritto:
Piergiovanni Alleva (giuslavorista), Riccardo Bellofiore (economista, università di Bergamo), Carlo Bernardini (fisico), Emiliano Brancaccio (economista, università del Sannio), Luigi Cancrini (psichiatra), Massimo Carlotto (scrittore), Francesco Caruso, Dante De Angelis (macchinista delegato alla sicurezza, licenziato), Ivan Della Mea (cantautore e scrittore), Angelo d’Orsi (storico, università di Torino), Don Franzoni, Don Andrea Gallo, Gianni Ferrara (costituzionalista), Iaia Forte (attrice), Peppe Lanzetta (autore teatrale, regista, attore), Emilio Molinari (ex parlamentare europeo), Massimo Ranieri (cantante e attore), Carla Ravaioli (saggista e ambientalista), Edoardo Sanguineti (poeta), Anita Sonego (Libera università delle Donne, Milano) Vauro (giornalista-disegnatore).
Hanno dato il loro sostegno alla lista, tra gli altri: Lothar Bisky (presidente del Partito della Sinistra europea), Frei Betto (scrittore), Joao Pedro Stedile (dirigente Movimento Sem Terra).
Paolo Rossi e Mario Monicelli votano comunista. All'appello per la lista comunista (primo firmatario Ingrao) si aggiungono molti altri nomi
"Sto dalla parte dei miei cugini comunisti": con queste parole l'attore Paolo Rossi, impegnato in questi giorni a Milano con lo spettacolo "Le guerre per il frutto del peccato", motiva la sua adesione all'appello "Se sei di sinistra, dillo forte" che vede per primo firmatario Pietro Ingrao e poi oltre 200 esponenti del mondo della cultura, della scienza, dello spettacolo, della società civile e del mondo del lavoro che alle prossime elezioni europee voteranno per la Lista comunista e anticapitalista formata da Prc, Pdci, Socialismo 2000 e Consumatori uniti.
Anche il maestro, regista di tanti film che hanno fatto la storia del cinema italiano, Mario Monicelli ha dichiarato il suo voto alla Lista comunista e anticapitalista.
Tra le altre, tantissime, adesioni all'appello "Se sei di sinistra dillo forte" che stanno arrivando in queste ore si segnalano quelle del pittore Franco Mulas, di Marino Severini della rock band I gang, del designer e cartonista Enzo Apicella.
Tutti nomi che vanno ad aggiungersi, oltre che a quello del primo firmatario dell'appello, Pietro Ingrao, a quelli di molti altri, tra i quali il fisico Carlo Bernardini, lo psichiatra Luigi Cancrini, lo scrittore Massimo Carlotto, i preti don Franzoni e don Gallo, il costituzionalista Gianni Ferrara, il cantante e attore Massimo Ranieri, il poeta Edoardo Sanguineti, il disegnatore Vauro e altri 200 nomi.
FINALMENTE IL PARCO DELLE CAVE - Decisivo il ruolo di Rifondazione in Provincia e nei comuni interessati
Con delibera del 25 maggio scorso, la Giunta Provinciale di Milano ha definitivamente approvato l’istituzione del Parco Locale d’Interesse Sovracomunale (PLIS) “Est delle Cave”, fra i Comuni di Cernusco sul Naviglio (ente capofila), Carugate, Brugherio, Cologno Monzese e Vimodrone.
Il Parco rappresenta, con i suoi vincoli, un argine naturale al consumo di territorio ed un freno alla cementificazione, oltre a costituire l’unica significativa zona di separazione fra fronti urbani e così oggi in molti esprimono giusta soddisfazione per un risultato raggiunto dopo anni di faticose trattative, ma la vicenda del PLIS delle Cave nasce oltre vent’anni fa. Nel 1989 viene realizzato un primo studio di fattibilità di parco intercomunale, ma solo nel 1998 iniziano le riunioni fra gli assessori interessati; ci sono voluti altri otto anni e l’iniziativa assunta dal gruppo consiliare di Rifondazione Comunista in seno all’Amministrazione Provinciale di Milano dal 2004 per giungere finalmente alla firma del protocollo d’intesa fra i Comuni interessati. L’ostinazione di alcuni comitati locali e l’azione svolta dai Circoli territoriali di Rifondazione ha poi contribuito a chiudere finalmente la partita, che ha portato all’istituzione di un parco di oltre 573 ettari comprendente cave, aree agricole coltivate, canali e fontanili, una fitta vegetazione arborea, sentieri e strade vicinali e cascine, con la presenza di molte specie faunistiche.
Un segnale della volontà di non abbandonare il territorio agli interessi contrapposti di proprietari, costruttori e gruppi politici.
lunedì 1 giugno 2009
Marco MESSINEO CANDIDATO P.R.C. COLLEGIO COLOGNO M. - VIMODRONE - PER MASSIMO GATTI PRESIDENTE
Marco Messineo. Sono nato a Tunisi il 5.7.57, sposato con Stefania e papà di Giulia.
Mi sono diplomato Perito Industriale in Elettrotecnica presso l’istituto Maxwell di Milano nel 1976 e successivamente ho conseguito la Maturità Magistrale. Impiegato presso l’A.m.s.a., svolgo un ruolo di Formazione ed Educazione Ambientale, soprattutto per quanto attiene al Recupero, al Riciclaggio e alla Raccolta Differenziata dei Rifiuti.
Ho iniziato l’attività politica nei primi anni settanta con il Movimento degli Studenti e poi in Democrazia Proletaria.
Sono delegato sindacale all’Azienda milanese servizi ambientali.
Tra i fondatori del Comitato PACE di Vimodrone è membro della locale sezione dell’A.N.P.I. Ho combattuto contro la cementificazione selvaggia di Vimodrone, promuovendo, con il Comitato per la Tutela del Territorio, il referendum sul Comparto Nord-Ovest.
Sono stato candidato a Sindaco per il Partito della Rifondazione Comunista di cui sono membro del Direttivo.
Oggi svolgo il ruolo di consigliere comunale per il PRC nella lista unitaria di Vimodrone Sei Tu.
10 righe di Partito Sociale
Fare qualcosa di concreto.
Fare da subito qualcosa di utile per sé e per gli altri.
Unirsi per affrontare le mille questioni di ogni giorno: la spesa, i figli, gli anziani, la salute. Anche il divertimento.
Unirsi perché la vita è diventata sempre più difficile e perché si è sempre più soli e da soli non si risolve nulla.
Questa è l’idea del Partito Sociale: fare piccole trasformazioni per preparare le grandi.
Prima di chiedere, costruire; prima di votare, organizzarsi.
Prima di lottare, e per farlo meglio, conoscere tutti quelli che hanno il nostro stesso problema.
Avere la testa nel futuro e le mani immerse nel presente.
Contro la politica fatta di favori, contro la politica fatta per i ricchi, riscoprire che la prima scelta politica di coloro che non hanno potere è associarsi, per trasformare oggi la vita quotidiana e domani la società.
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