Sabato 31 gennaio siamo scesi di nuovo in piazza contro il carovita denunciando le speculazioni sui generi di prima necessità, chiedendo il prezzo politico per i generi alimentari di largo consumo,l'aumento di salari e pensioni, l'allargamento degli ammortizzatori sociali per tutti.
Abbiamo raccolto molte adesioni al GAP e distribuito 322 Kg di pane, pasta di Benevento e Riso del Parco Sud (*) a 1 euro al kg., dimostrando che volendo i prezzi possono essere calmierati.
(*)
La riseria del Parco Sud dalla quale ci riforniamo lavora un prodotto di agricoltori locali.
Distribuire il riso del PARCO AGRICOLO SUD DI MILANO (buono e a prezzo competitivo) serve anche per salvaguardare la produzione agricola locale e quindi a tutelare dall’aggressione immobiliarista che si prospetta nei prossimi anni.
Il PRC di Milano ha bloccato una delibera pro-cementificazione nel Parco, anche facendo riferimento alle esperienze di economia solidale che stanno attraversandolo e con cui i GAP vogliono attivare relazioni.
Gruppo di Acquisto Popolare e Partito della Rifondazione Comunista
PRC VIMO e GAP VIMO
rifodrone.blogspot.com
sabato 31 gennaio 2009
venerdì 30 gennaio 2009
VINTA LA BATTAGLIA PER L’ACQUA PUBBLICA IN LOMBARDIA
RICEVIAMO DALL'ASSOCIAZIONE PUNTO ROSSO
Accolte in Regione Lombardia le richieste del Comitato referendario a difesa della gestione pubblica del servizio idrico tra i quali l’Amministrazione di Vimodrone
Martedì 27 gennaio 2009, in Consiglio Regionale della Lombardia sono state votate all'unanimità le modifiche alla legge regionale n. 18/2006, contro la quale era stata promossa la campagna referendaria sostenuta da ben 144 Comuni della Lombardia tra i quali Vimodrone.
Ne ha dato l’annuncio Emilio Molinari, Presidente del Comitato Italiano Contratto Mondiale sull’Acqua, insieme a una delegazione di sindaci e amministratori che ieri si sono dati appuntamento al Pirellone.
In Lombardia l’acqua è e resta pubblica e non sarà quindi necessario indire nessuna consultazione referendaria.
Esprimiamo grande soddisfazione per una battaglia che ha visto protagonisti in primo luogo i cittadini, le amministrazioni comunali, i movimenti e le associazioni che, si sono impegnate per ribadire non solo un no fermo alla privatizzazione, ma anche per promuovere una cultura dell’acqua come diritto dell’umanità, bene comune da consumare con rispetto e consapevolezza.
L’associazione auspica che questa vittoria rappresenti l’inizio di un percorso ancora lungo a difesa dei diritti di cittadinanza e dei beni comuni. Che l’impegno politico espresso sino ad oggi possa continuare a livello nazionale per contrastare la mercificazione delle risorse idriche e sottrarle alla logica degli interessi economici. Che si continui a tenere alta l’attenzione ed il rispetto verso l’acqua e tutte le risorse naturali adottando comportamenti sempre meno consumistici e sempre più orientati a scelte etiche e di responsabilità.
Cogliamo l’occasione per ringraziare l’ Amministarzione comunale di Vimodrone per aver condiviso questi obiettivi e per l’impegno profuso in questa direzione.
Associazione Culturale Punto ROSSO Vimodrone
P.S. Info da Belem – 2009
IL MONDO IN MARCIA A BELEM di Vittorio Agnoletto
Mercoledì 28 gennaio 2009, ore 9:00
Gli 80 mila esuberi annunciati in un solo giorno dalle grandi corporations di Europa, Stati Uniti e Giappone, fra cui Caterpillar, Corus, ING, Philips, Pfizer, General Motors, mostrano, all'apertura del Forum Sociale Mondiale di Belem, che la crisi internazionale del sistema capitalista esige risposte urgenti che trascendano la retorica della critica.
I 200 mila che hanno marciato ieri pomeriggio in Belem - un esercito festoso armato di bandiere, tamburi e sorrisi contagiosi, totalmente incuranti della pioggia torrenziale che li ha accompagnati per quasi metà del corteo – affronteranno da oggi la sfida di affermare che le radici della crisi non sono solo di natura economico-finanziaria ma anche ambientali e, ancor prima, etiche.
Considerando l'indotto e l'intera catena del valore collegata a ognuna delle multinazionali sopra menzionate, è possibile proiettare sul mondo intero la profondità di impatto che questi 80 mila licenziamenti (in un giorno solo!) saranno capaci di causare. Concretamente la crisi esige un sorpasso della critica nella direzione di vie d'uscita reali, fattibili nel corto, medio e lungo periodo. A Davos sono troppo impegnati a salvare la pelle agli azionisti milionari e preservare i meccanismi di sfruttamento. Tocca quindi al Forum sociale mondiale intrecciare il dibattito sulla crisi produttiva con gli effetti del riscaldamento globale e le guerre in corso, o pronte ad esplodere, per il dominio delle risorse minerarie, energetiche e alimentari.
Non è un caso che la marcia sia partita da un porto sul fiume (Rio Tocantins), abbia avuto il suo snodo principale in una piazza chiamata Praca de Republica (res-publica, cosa di tutti) e sia terminata davanti a un grande mercato comunale (Mercado de Sao Bras). Da qui i popoli indios dell'Amazzonia e dell'America Latina tutta hanno gridato a tutti i mercati del mondo che "outro mundo è possivel... agora!". E noi siamo con loro.
Accolte in Regione Lombardia le richieste del Comitato referendario a difesa della gestione pubblica del servizio idrico tra i quali l’Amministrazione di Vimodrone
Martedì 27 gennaio 2009, in Consiglio Regionale della Lombardia sono state votate all'unanimità le modifiche alla legge regionale n. 18/2006, contro la quale era stata promossa la campagna referendaria sostenuta da ben 144 Comuni della Lombardia tra i quali Vimodrone.
Ne ha dato l’annuncio Emilio Molinari, Presidente del Comitato Italiano Contratto Mondiale sull’Acqua, insieme a una delegazione di sindaci e amministratori che ieri si sono dati appuntamento al Pirellone.
In Lombardia l’acqua è e resta pubblica e non sarà quindi necessario indire nessuna consultazione referendaria.
Esprimiamo grande soddisfazione per una battaglia che ha visto protagonisti in primo luogo i cittadini, le amministrazioni comunali, i movimenti e le associazioni che, si sono impegnate per ribadire non solo un no fermo alla privatizzazione, ma anche per promuovere una cultura dell’acqua come diritto dell’umanità, bene comune da consumare con rispetto e consapevolezza.
L’associazione auspica che questa vittoria rappresenti l’inizio di un percorso ancora lungo a difesa dei diritti di cittadinanza e dei beni comuni. Che l’impegno politico espresso sino ad oggi possa continuare a livello nazionale per contrastare la mercificazione delle risorse idriche e sottrarle alla logica degli interessi economici. Che si continui a tenere alta l’attenzione ed il rispetto verso l’acqua e tutte le risorse naturali adottando comportamenti sempre meno consumistici e sempre più orientati a scelte etiche e di responsabilità.
Cogliamo l’occasione per ringraziare l’ Amministarzione comunale di Vimodrone per aver condiviso questi obiettivi e per l’impegno profuso in questa direzione.
Associazione Culturale Punto ROSSO Vimodrone
P.S. Info da Belem – 2009
IL MONDO IN MARCIA A BELEM di Vittorio Agnoletto
Mercoledì 28 gennaio 2009, ore 9:00
Gli 80 mila esuberi annunciati in un solo giorno dalle grandi corporations di Europa, Stati Uniti e Giappone, fra cui Caterpillar, Corus, ING, Philips, Pfizer, General Motors, mostrano, all'apertura del Forum Sociale Mondiale di Belem, che la crisi internazionale del sistema capitalista esige risposte urgenti che trascendano la retorica della critica.
I 200 mila che hanno marciato ieri pomeriggio in Belem - un esercito festoso armato di bandiere, tamburi e sorrisi contagiosi, totalmente incuranti della pioggia torrenziale che li ha accompagnati per quasi metà del corteo – affronteranno da oggi la sfida di affermare che le radici della crisi non sono solo di natura economico-finanziaria ma anche ambientali e, ancor prima, etiche.
Considerando l'indotto e l'intera catena del valore collegata a ognuna delle multinazionali sopra menzionate, è possibile proiettare sul mondo intero la profondità di impatto che questi 80 mila licenziamenti (in un giorno solo!) saranno capaci di causare. Concretamente la crisi esige un sorpasso della critica nella direzione di vie d'uscita reali, fattibili nel corto, medio e lungo periodo. A Davos sono troppo impegnati a salvare la pelle agli azionisti milionari e preservare i meccanismi di sfruttamento. Tocca quindi al Forum sociale mondiale intrecciare il dibattito sulla crisi produttiva con gli effetti del riscaldamento globale e le guerre in corso, o pronte ad esplodere, per il dominio delle risorse minerarie, energetiche e alimentari.
Non è un caso che la marcia sia partita da un porto sul fiume (Rio Tocantins), abbia avuto il suo snodo principale in una piazza chiamata Praca de Republica (res-publica, cosa di tutti) e sia terminata davanti a un grande mercato comunale (Mercado de Sao Bras). Da qui i popoli indios dell'Amazzonia e dell'America Latina tutta hanno gridato a tutti i mercati del mondo che "outro mundo è possivel... agora!". E noi siamo con loro.
SABATO 31 GENNAIO 2009 DISTRIBUZIONE PANE, PASTA E RISO AD 1 EURO AL KG
Le compagne e i compagni del PRC e dei GAP di Vimodrone sabato 31 gennaio dalle 10.00 alle 12.00 Scendono di nuovo in piazza contro il carovita denunciando le speculazioni sui generi di prima necessità, chiedendo il prezzo politico per i generi alimentari di largo consumo, l'aumento di salari e pensioni, l'allargamento degli ammortizzatori sociali per tutti. Con la distribuzione di pane, pasta di Benevento e Riso del Parco Sud (*) a 1 euro al kg., vogliamo dimostrare che volendo i prezzi possono essere calmierati. Gruppo di Acquisto Popolari e Partito della Rifondazione ComunistaPRC VIMO e GAP VIMOrifodrone.blogspot.com
(*)La riseria del Parco Sud dalla quale ci riforniamo lavora un prodotto di agricoltori locali.Distribuire il riso del PARCO AGRICOLO SUD DI MILANO (buono e a prezzo competitivo) serve anche per salvaguardare la produzione agricola locale e quindi a tutelare dall’aggressione immobiliarista che si prospetta nei prossimi anni.Il PRC di Milano ha bloccato una delibera pro-cementificazione nel Parco, anche facendo riferimento alle esperienze di economia solidale che stanno attraversandolo e con cui i GAP vogliono attivare relazioni.
venerdì 23 gennaio 2009
ACCORDO SEPARATO. PAROLA PASSI AI LAORATORI
Ora la parola passi ai lavoratori
Accordo annunciato, ma non meno grave.
L'accordo separato firmato da governo, Confindustria, Cisl, Uil, Ugl, non è un evento inaspettato preceduto come è stato dalla lunga serie di accordi separati di categoria. Tanto meno lo è dopo l'offensiva lanciata nei giorni scorsi da Confindustria, Cisl e Uil, e le dichiarazioni di Walter Veltroni. Ma è fortissimo il senso dello strappo, per l'accelerazione che si è prodotta, come per la gravità estrema di quanto è accaduto.
Berlusconi cerca di realizzare nuovamente l'obiettivo che segnò il suo governo nel 2002, quando con il Patto per l'Italia puntò ad isolare e marginalizzare la Cgil. Lo vuol fare, oggi come ieri, per realizzare un disegno "costituente" che mira a determinare in senso fortemente regressivo non solo la condizione materiale del mondo del lavoro, ma natura e ruolo dei soggetti sociali e dunque lo statuto della democrazia nel nostro paese. Un disegno persino esibito dalla coincidenza temporale della firma dell'accordo e del primo via libera dato dal parlamento al federalismo. Entrambe scelte "costituenti" che puntano a dividere e frammentare, mettere in contrapposizione i territori come i lavoratori, distruggere i residui elementi universalistici e solidaristici del nostro modello sociale. Entrambe scelte che hanno registrato l'assenza grave dell'opposizione parlamentare.
L'accordo firmato riprende, solo sintetizzandolo, il documento di Confindustria che aveva già visto convergere Cisl e Uil. Il contratto nazionale di lavoro viene svuotato di ogni ruolo: non serve a redistribuire la produttività, non serve nemmeno a difendere salari e stipendi dall'inflazione reale. E' viceversa lo strumento della generalizzata e ulteriore riduzione dei salari, legati ad un'indice dell'inflazione "depurato" dall'aumento dei costi dell'energia importata. La contrattazione aziendale, che riguarda meno del venti per cento delle imprese, consente aumenti salariali solo in relazione alla "produttività" e "redditività" delle imprese, all'aumento dello sfruttamento e della fatica del lavoro, ad ulteriori sgravi fiscali e contributivi per le imprese, che si esige diventino "strutturali, certi, facilmente accessibili". Il contratto nazionale potrà essere derogato solo in peggio, mentre nulle sono le garanzie per la stragrande maggioranza dei lavoratori che non accedono alla contrattazione di secondo livello. Si rimanda ad altra sede la definizione delle "modalità per garantire la tregua sindacale", ma la sostanza resta quella di sanzionare e limitare pesantemente il diritto di sciopero. Viene reiterata la previsione di "ulteriori forme di bilateralità per il funzionamento dei servizi integrativi di Welfare", nodo centrale anche del Libro Verde del ministro Sacconi.
Il sindacato non è più, secondo l'accordo, il rappresentante autonomo degli interessi delle lavoratrici e dei lavoratori, organizzazione di conflitto e contrattazione. E' insieme alle imprese il gestore di servizi, di uno stato sociale che vede ritrarsi ruolo e garanzie pubbliche e viene consegnato a logiche privatistiche, a quegli enti bilaterali in cui si sostanzia il ridisegno neocorporativo dell'insieme delle relazioni sociali. Non è un caso che il governo abbia varato in agosto un taglio micidiale delle risorse per sanità, enti locali, istruzione, lavoro pubblico.
L'accordo separato è destinato ad aggravare la situazione economica e sociale complessiva, perché impoverisce ancora di più i lavoratori, in una crisi che è determinata esattamente dall'acuirsi delle disuguaglianze, da quel "mondo di bassi salari" prodotto da un trentennio di politiche neoliberiste.
La partita non è tuttavia chiusa. Non lo è come non lo fu nel 2002, sebbene sia evidente il quadro peggiore di oggi rispetto a ieri, per la sconfitta della sinistra, per la collocazione del Pd. Non lo è in virtù della tenuta decisiva che la Cgil ha avuto. Non lo è in virtù della disponibilità alla lotta che le lavoratrici e i lavoratori hanno dimostrato, aderendo il 12 dicembre allo sciopero generale della Cgil e dei sindacati di base. Diventa decisiva l'attivazione di una risposta forte nei luoghi di lavoro e nei territori. Una risposta adeguata alla gravità di quanto avvenuto, alla volontà di riscrivere le relazioni sindacali e i rapporti sociali contro la più grande organizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori, impoverire e dividere ulteriormente il mondo del lavoro, distruggere ruolo e autonomia del sindacato. Crediamo sia necessaria la costruzione di un nuovo sciopero generale. Crediamo sia obbligatorio il pronunciamento delle lavoratrici e dei lavoratori sull'accordo. Per parte nostra ci saremo. E' in gioco il futuro dei diritti del lavoro e della democrazia.
giovedì 22 gennaio 2009
DIBATTITO PUBBLICO nell'ambito della MOSTRA "AL LAVORO"
A partire dal lavoro e dai lavoratori
USCIRE DALLA CRISI A SINISTRA
Quali politiche immediate per fronteggiare i devastanti effetti sociali della crisi finanziaria ed economica e quali strategie per imporre un nuovo modello di sviluppo
Saluto dell'assessore al lavoro della Provincia di Milano, Bruno Casati
Tavola rotonda con
Vittorio AGNOLETTO (Eurodeputato PRC)
Antonio PANZERI (Eurodeputato PD)
Antonio LARENO (Cgil Milano)
Paolo FERRERO (segretario PRC)
Introduce e coordina
Massimo Florio
(Direttore Dipartimento scienze economiche Università Statale di Milano)
SESTO SAN GIOVANNI, sabato 24 Gennaio - ore 15-18
Spazio MIL, Via Granelli (MM1 Sesto Marelli, poi 500m a piedi)
Organizza il Comitato di Sostegno della Mostra "Al lavoro “ (24 gennaio - 8 Febbraio 2009 - Sesto San Giovanni - Museo del Lavoro)
promossa da Progetto Comunicazione, dalla Provincia di Milano
(Assessorato al Lavoro), dal Comune di Sesto San Giovanni e dalla Cgil
Camera del lavoro di Milano.
PRC Milano e Punto Rosso invitano tutti alla partecipazione
USCIRE DALLA CRISI A SINISTRA
Quali politiche immediate per fronteggiare i devastanti effetti sociali della crisi finanziaria ed economica e quali strategie per imporre un nuovo modello di sviluppo
Saluto dell'assessore al lavoro della Provincia di Milano, Bruno Casati
Tavola rotonda con
Vittorio AGNOLETTO (Eurodeputato PRC)
Antonio PANZERI (Eurodeputato PD)
Antonio LARENO (Cgil Milano)
Paolo FERRERO (segretario PRC)
Introduce e coordina
Massimo Florio
(Direttore Dipartimento scienze economiche Università Statale di Milano)
SESTO SAN GIOVANNI, sabato 24 Gennaio - ore 15-18
Spazio MIL, Via Granelli (MM1 Sesto Marelli, poi 500m a piedi)
Organizza il Comitato di Sostegno della Mostra "Al lavoro “ (24 gennaio - 8 Febbraio 2009 - Sesto San Giovanni - Museo del Lavoro)
promossa da Progetto Comunicazione, dalla Provincia di Milano
(Assessorato al Lavoro), dal Comune di Sesto San Giovanni e dalla Cgil
Camera del lavoro di Milano.
PRC Milano e Punto Rosso invitano tutti alla partecipazione
martedì 20 gennaio 2009
Il Forum sociale mondiale è tornato… a Belem!
Dal 27 gennaio al 1 febbraio nel cuore dell'Amazzonia migliaia di delegati provenienti da più di 4000 movimenti, popoli indigene, sindacati, realtà della società civile, ONG e chiese si incontrano di nuovo tutti insieme per dimostrare che un altro mondo è già possibile.
Più di 4000 organizzazioni sociali e indigene provenienti da 65 Paesi di tutto il mondo si riuniranno a Belem, nell'Amazzonia brasiliana, per celebrare la 9a edizione del Forum Sociale Mondiale con sessioni plenarie, seminari, workshop ,cerimonie, attività sportive e artistiche. Il World Social Forum è uno spazio aperto, plurale, diversificato, non governativo e non di parte che stimola la discussione e la riflessione decentrata per costruire esperienze di scambio ed alleanze tra i movimenti e le organizzazioni impegnate in azioni concrete per un mondo più giusto e democratico.
Perché ci sono milioni di donne e uomini, organizzazioni, reti, sindacati in tutte le parti del mondo che lottano, con tutta la ricchezza della loro pluralità e diversità e le loro alternative e proposte, contro il neoliberismo, la guerra, il colonialismo, il razzismo e il patriarcato. E affrontano da anni crisi ed emergenze sociali, ambientali, economiche e finanziarie grazie all'autorganizzazione popolare dal basso.
A Belem si incontreranno movimenti e realtà provenienti da Argentina, Bangladesh, Belgio, Bolivia, Brasile, Burkina Faso, Canada, Cile, Cina, Colombia, R.D. Congo, Costa d'Avorio, Cuba, Danimarca, Repubblica Dominicana, Ecuador, Egitto, Inghilterra, Finlandia, Francia, Guyana francese, Germania, Guinea, Haiti, India, Israele, Italia, Giappone, Giordania, Libia, Kenya, Mali, Messico , Marocco, Nepal, Paesi Bassi, Nicaragua, Nigeria, Norvegia, Pakistan, Palestina, Paese Basco, Paraguay, Perù, Filippine, Russia, Senegal, Sud Africa, Spagna, Svezia, Svizzera, Tanzania, Turchia, Uruguay, Stati Uniti, Venezuela, Zambia, Zimbabwe, e molti altri ancora...
La Giornata Pan-Amazzonica
La seconda giornata del FSM 2009 (il 28 gennaio) sarà completamente dedicata ai 500 anni di resistenza, conquiste e prospettive delle popolazioni native e afrodiscendenti. Nella Giornata Pan-Amazonica, organizzata in parallelo rispetto al quinto Social Forum Pan-Amazonico, popoli e movimenti di tutta l'Amazzonia parleranno con il mondo e lanceranno alleanze mondiali utilizzando, tra l'altro, i metodi tradizionalmente propri del Forum sociale Pan-amazzonico come i No Borders Meeting, le carovane su strada e via fiume. Questa decisione del Comitato internazionale ha materializzato il desiderio di rendere il WSF 2009 uno spazio dove tutti i movimenti panamazzonici potessero assumere un proprio volto e una propria voce.
giovedì 15 gennaio 2009
TASSA IMMIGRATI, PROVVEDIMENTO RAZZISTA E VERGOGNOSO. OLTRE CHE DEPRESSIVO DEI CONSUMI.
La tassa sui permessi di soggiorno degli immigrati, che la Lega direttamente per bocca del ministro dell’Interno Maroni conferma di voler introdurre, che sia di 200 euro o di meno, corrisponde a una vera e propria follia, visto che colpirebbe immigrati regolari che lavorano e già pagano le tasse, nel nostro Paese, contribuendo a formare e accrescere la ricchezza.
Si tratta di un provvedimento palesemente razzista, oltre che ingiusto e ingiustificato, il cui fine è solo quello di mascherare l’intento profondamente razzista di tutta la politica economica del governo, la quale non fa altro che togliere ai poveri e dare ai ricchi. Peraltro, l’effetto sociale di un provvedimento così profondamente razzista sarebbe l’ulteriore depressione dei consumi e dunque dell’economia, visto che i lavoratori immigrati, colpiti da questo odioso balzello, avrebbero meno soldi da spendere e consumi da fare dove lavorano e producono, e cioè in Italia.
Social Card (Misery Card) senza soldi
Molte tessere per fare la spesa risultano prive di disponibilità economica.
A poche settimane dall’entrata in vigore del provvedimento che ha istituito la Carta acquisti da 40 euro al mese, esplode, un po’ in tutta Italia, il caso delle tessere prive di disponibilità finanziaria.
Il dato è il seguente: da un milione di social card previste dal governo fino al 31 dicembre 2008, solo 520 mila sono state assegnate. E di queste 190mila sono risultate prive di soldi.
La Cgil di Pescara denuncia che: "Ogni giorno riceviamo quattro o cinque persone che vengono a chiederci perché i soldi non ci sono".
Con tutta probabilità si tratta di un inghippo figlio dei tempi e dei meccanismi farraginosi della pubblica amministrazione e delle sue procedure. Fatto sta che si stanno moltiplicando le denunce di anziani che, dopo la coda al supermercato, al momento di pagare, quando la Carta acquisti è consegnata alla cassiera e viene digitato il codice, la risposta è raggelante: "Disponibilità insufficiente".
La social card viene concessa agli anziani sopra i 65 anni o a bambini di età inferiore ai 3 anni (in questo caso il titolare della carta è il genitore) che siano in possesso di particolari requisiti. Ovvero: gli over 65 devono essere italiani o residenti in Italia e regolarmente iscritti all'anagrafe. Per quanto riguarda il reddito, deve essere un soggetto la cui imposta netta ai fini Irpef risulti pari a zero nell'anno di imposta antecedente al momento della richiesta della social card o nel secondo anno di imposta antecedente al momento della richiesta della card. Inoltre è indispensabile avere trattamenti pensionistici o assistenziali che, cumulati ai relativi redditi propri, siano di importo inferiore a 6mila euro l'anno o di importo inferiore a 8mila euro l'anno, se di età pari o superiore a 70 anni. Per i bambini di età inferiore a 3 anni, necessario un Indicatore della situazione economica equivalente (conosciuto pure con l’acronimo Isee), in corso di validità, inferiore a 6mila euro.
giovedì 8 gennaio 2009
NON SI PUO' RIMANERE A GUARDARE
C'è un modo per evitare il massacro di civili.C'è un modo per salvare il popolo palestinese.C'è un modo per garantire la sicurezza di Israele e del suo popolo.C'è un modo per dare una possibilità alla pace in Medio Oriente.C'è un modo per non arrendersi alla legge del più forte e affermare il diritto internazionale: - CESSATE IL FUOCO IN TUTTA L'AREA- RITIRO IMMEDIATO DELLE TRUPPE ISRAELIANE- FINE DELL'ASSEDIO DI GAZA- PROTEZIONE UMANITARIA INTERNAZIONALE Facciamo appello a chi ha responsabilità politiche e a chi sente il dovere civile perché sia rotto il silenzio e si agisca. Le Nazioni Unite e l'Unione Europea escano dall'immobilismo e si attivino per imporre il pieno rispetto del diritto internazionale.L'Italia democratica faccia la sua parte. Le nostre organizzazioni si impegnano, insieme a chi lo vorrà, per raccogliere e dare voce alla coscienza civile del nostro paese: ACLI, ARCI, LEGAMBIENTE, CGIL, AUSER, LIBERA, RETE LILLIPUT, Associazione ONG Italiane - Piattaforma Medio Oriente, Fondazione Angelo Frammartino, Beati i Costruttori di Pace, FIOM, CGIL Funzione Pubblica, Un ponte per…, AIAB, CIES, GRUPPO ABELE, CIPAX - Centro Interconfessionale per la pace, Donne in Nero, A Sud, FAIR, Fairtrade Italia, Forum Ambientalista, UCODEP, Terres des Hommes International, Armadilla Onlus, SDL Intercategoriale, Tavola Sarda per la pace, Famiglia di Angelo Frammartino, Luigi Ciotti, Flavio Lotti, Luciana Castellina, Giuliana Sgrena, Enzo Mazzi - Isolotto Firenze, Luisa Morgantini, Vittorio Agnoletto, Giovanni Berlinguer, Sergio Staino, tanti gruppi locali, docenti, amministratori locali, pacifisti e pacifiste, cittadini e cittadine….
LODO ALFANO, PIÙ DI 1 MILIONE DI FIRME!!!
Questa mattina, con una delegazione del mio partito guidata dal responsabile del Dipartimento Giustizia Giovanni Russo Spena, e assieme a tutte le forze del comitato promotore del referendum contro il lodo Alfano, a partire dall'idv di Antonio di Pietro, abbiamo depositato in Corte di Cassazione oltre un milione di firme raccolte in questi mesi sia in modo autonomo, ai nostri banchetti, che in modo congiunto, al fine di impedire che, attraverso il lodo Alfano, si realizzi un sostanziale stravolgimento della nostra Costituzione, a partire dall'uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge. E' evidente che la raccolta firme, che siamo certi verrà vidimata dalla Cassazione, e il referendum contro il lodo Alfano che seguirà impedirà lo strapotere e lo stravolgimento delle basilari regole democratiche che sta mettendo in atto il governo Berlusconi come pure ogni tentativo di inciucio sulla giustizia che anche parte dell'opposizione, in queste settimane, sta provando ad avallare. Con oltre un milione di firme raccolte in pochi mesi in tutto il Paese è anche evidente che "la ritirata è finita" e che, dopo le lotte messe in campo dal movimento studentesco e dei docenti contro la contro-riforma Gelmini, il Paese reale si è rimesso in moto e che ora la parola, sulla giustizia come su altri temi, deve passare ai cittadini. Che sapranno dire "no" ad ogni inciucio, sulla giustizia.
Di Paolo Ferrero
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