giovedì 30 settembre 2021
lunedì 27 settembre 2021
ORA ANCHE I CRUISE, GOVERNO DEL RIARMO
ORA ANCHE I CRUISE, GOVERNO DEL RIARMO
Pubblicato il 25 set 2021
Negli anni ’80 con Berlinguer e Pio La Torre costruimmo un
enorme movimento pacifista contro l’installazione dei missili Cruise a
Comiso che veniva incoraggiato da Pertini contro Craxi. Ora li
installeranno Draghi e il Pd. Non c’è freno al riarmo in contrasto con
l’articolo 11 della Costituzione.
In meno di un mese il governo Draghi ha confermato ufficialmente il
proseguimento del programma F35, l’acquisto di 679 nuovi carri armati e
la decisione di armare i propri droni. Ora la
notizia che la Marina militare intende imbarcare sul proprio naviglio,
prima sui sommergibili poi anche sulle fregate, i missili Cruise in
grado di colpire obiettivi nel raggio di oltre mille chilometri.
La chiamano “Naval Diplomacy”, e parlano chiaramente di presidio degli
interessi nazionali nel così detto Mediterraneo allargato.
Hanno persino dismesso la retorica della “guerra umanitaria” che negli anni novanta e duemila è servita a mascherare la nostra belligeranza e farla digerire all’opinione pubblica.
L’Italia è un Paese che in ossequio alla Nato ed ai fatturati della propria industria bellica nazionale ha già accumulato pesantissime responsabilità guerra.
Non solo riduzione delle spese militari: in questa situazione si deve imporre un dibattito sul Modello di Difesa apertamente belligerante che l’Italia si è data, divoratore di risorse e guerrafondaio.
Il partito trasversale dei bombardieri, oggi brillantemente rappresentato dal governo Draghi, merita un’opposizione senza se e senza ma.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale e Gregorio Piccin, responsabile pace del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
venerdì 17 settembre 2021
martedì 14 settembre 2021
mercoledì 8 settembre 2021
G20 Salute, esisteva un’altra strada che non fosse affidarsi alla carità dei paesi ricchi-
G20 Salute, esisteva un’altra strada che non fosse affidarsi alla carità dei paesi ricchi
Paolo Ferrero*
I toni trionfalistici con cui il ministro Roberto Speranza ha annunciato il Patto di Roma, con cui si è concluso il G20 sulla Salute, costituiscono una dimostrazione lampante di malafede. Il vertice dei 20 ministri della Sanità ha ribadito l’impegno ad arrivare al 40% di vaccinazioni sul complesso della popolazione mondiale. Si tratta di un ottimo proposito visto che la situazione attuale vede la popolazione africana con una quota di vaccinazioni al di sotto del 2%.
Peccato che il vertice di Roma non abbia preso alcun impegno concreto su come realizzare l’obiettivo indicato, continuando a far affidamento sulla carità dei paesi ricchi per acquistare dalle multinazionali i vaccini per i paesi poveri. Il vertice romano del G20 ha quindi deciso di raggiungere gli obiettivi fissati perseguendo la stessa strada che fino ad ora non ha funzionato e ci ha portato in questo disastro di 4 milioni e mezzo di morti. È come se uno che voglia volare a New York invece di comprarsi un biglietto aereo si comprasse un aquilone. Quella individuata a Roma non è una strada difficile, è una strada impossibile e solo chi è in malafede può condannare a morte milioni di persone facendo finta di volerle salvare.
Esisteva un’altra strada che non fosse quella di affidarsi alla carità dei paesi ricchi? La strada per risolvere questo problema c’è, è semplice, ma è stata rifiutata dal vertice di Roma a partire dal governo italiano. La strada è quella della sospensione immediata dei brevetti sui vaccini, così come richiesto da tempo dai paesi del Sud del mondo. Questa proposta semplicissima non è stata bloccata dai cinesi o dal governo statunitense o dai talebani, ma dall’Unione Europea e dal governo italiano: siamo proprio noi i cattivi che per difendere i profitti miliardari di big pharma condanniamo a morte milioni di persone tra cui noi stessi.
Il punto non è che i paesi occidentali non sono abbastanza caritatevoli nei confronti di quelli poveri. Il punto è che il brevetto sui vaccini determina da un lato un prezzo dei vaccini altissimo e dall’altra un restringimento della produzione degli stessi. In altre parole sospendere i brevetti ad aziende che hanno già fatto profitti miliardari sui vaccini sin qui prodotti, permetterebbe di abbattere i costi e di togliere i vincoli alla produzione, allargandola quanto basta. Il problema della produzione dei vaccini non è tecnico o tecnologico ma politico: i politici europei che rispondono alle banche e alle multinazionali, in Italia dal Partito democratico alla Lega, da Forza Italia ai 5 stelle, non vogliono disturbare il manovratore. A scanso di equivoci anche Fratelli d’Italia in sede europea si è pronunciata contro la sospensione dei brevetti sui vaccini…
Si badi che questo non è solo un problema per chi vive nei paesi del Sud ma anche per noi che viviamo in Italia. Non c’è l’immunità di gregge in un paese solo ed è inutile parlare di terze o di quarte dosi – come sta avvenendo in Israele – se non si permette l’accesso al vaccino al complesso della popolazione mondiale. Basti pensare al nome che è stato dato ad alcune varianti per avere chiaro che se non è combattuta ovunque, la sindemia si riproduce mutata in altri paesi, selezionando un virus sempre più aggressivo. Il primo passo per combattere efficacemente la sindemia del Covid è quindi evitare di farsi prendere in giro da un governo che mentre ci fa litigare sul green pass non persegue una effettiva efficacia dei vaccini. Per questo è decisivo battersi contro i brevetti sui vaccini: perché è l’unica strada per rendere veramente efficaci i vaccini.
*Vice presidente del Partito della Sinistra Europea, da il Fatto quotidiano